Batterie alimentate ad alghe: la rivoluzione dell'Internet
Un computer è stato alimentato per sei mesi da cianobatteri in grado di fare la fotosintesi: si tratta di una possibile rivoluzione per l'Internet of Things
Stiamo consumando tutte le risorse energetiche del nostro pianeta, e la produzione di energia è anche strettamente legata all’aumento del livello di emissioni e quindi delle temperature. Per questo sempre più scienziati stanno cercando forme energetiche alternative, che si possano già trovare in natura. Un esempio? Le alghe, che hanno permesso a un computer di lavorare addirittura per sei mesi.
Il computer alimentato ad alghe
Il processore di un computer dell’Università di Cambridge, nel Regno Unito, ha dimostrato di poter funzionare con un nuovo tipo di batteria, a cui nessuno aveva mai pensato prima. In un contenitore delle dimensioni una batteria AA, o stilo, i ricercatori hanno messo degli elettrodi insieme a delle alghe: queste ultime hanno usato la luce del sole per creare abbastanza elettricità da far funzionare il computer per sei mesi.
Non si tratta esattamente delle alghe che sentiamo sotto ai piedi quando siamo al mare, ma di cianobatteri, un phylum di batteri che fanno la fotosintesi. Come riportato nella rivista scientifica Energy & Environmental Science, i cianobatteri hanno permesso al computer di funzionare in cicli di 45 minuti di lavoro e 15 minuti di standby. Certo, il pc era usato per compiti semplici: calcolare la somma di numeri interi consecutivi, misurare la corrente in uscita dalla batteria e inviare questi dati al cloud. Ma c’è di più: da quando l’esperimento si è ufficialmente concluso, nell’agosto 2021, la batteria ha continuato a produrre energia.
L’esperimento ha superato le più rosee aspettative dei ricercatori: “Pensavamo che la batteria si sarebbe esaurita dopo un paio di settimane, e invece ha continuato ad andare”, spiega Paolo Bombelli, scienziato dell’Università di Cambridge. Il computer ha consumato 0,3 microwatt di energia quando lavorava e 0,24 quando era in standby.
Quello che rimane ancora incerto è come sia possibile che un’alga riesca a tenere acceso un computer. I ricercatori sospettano che i cianobatteri rilascino elettroni quando fanno la fotosintesi. Ma quando non c’era luce – elemento essenziale durante la fotosintesi – la batteria ha continuato a funzionare. C’è di più: la potenza rimaneva costante sia di giorno che di notte. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che l’alga elabora parte del suo cibo in assenza di luce, continuando così a generare corrente elettrica.
Una scoperta che potrebbe cambiare tutto
Quindi, oltre a essere un buon materiale per produrre vestiti, le alghe hanno anche un’altra funzione interessante. Queste batterie alimentate dai cianobatteri potrebbero non essere ancora sufficienti per processi che richiedono più energia – i ricercatori ci stanno lavorando, però – ma a quanto pare possono servire per piccoli dispositivi, anche in luoghi remoti.
Potrebbe rappresentare una svolta per l’IoT, l’Internet of Things, l’idea che un giorno gli oggetti fisici dotati di sensori e software saranno in grado di connettersi con ogni tipo di dispositivo tramite Internet. Attualmente il problema più grave è la scarsità di Litio, perché non se ne produce abbastanza. Ma le alghe potrebbero facilmente sostituirlo, in futuro.
“Il rapido sviluppo di Internet of Things ha bisogno di una quantità sempre maggiore di energia, che deve provenire da sistemi in grado di generarla, anziché semplicemente di immagazzinarla come fanno le batterie”, ha dichiarato il professor Christopher Howe, co-autore della ricerca sul computer alimentato ad alghe. “Il nostro dispositivo fotosintetico non si esaurisce come una batteria, perché utilizza continuamente la luce come fonte di energia”.
C’è di più: essendo realizzate con materiali economici e riciclati, le batterie alimentate ad alghe sono potenzialmente accessibili a tutti e potrebbero essere abbinate a piccoli dispositivi elettronici.