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SCIENZA

C'è un Paese che rischia davvero di essere sommerso: l'allarme Onu

Secondo i dati analizzati da Human Climate Horizons buona parte del Brasile rischia di essere sommersa entro il 2050: a essere particolarmente a rischio sono le città di Rio de Janeiro e di Santos

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Il nostro pianeta continua a trasformarsi e a rispondere drammaticamente all’impatto antropico, nell’indifferenza generale. È questo ciò che emerge dal nuovo allarme dell’Onu che, dopo aver commissionato uno studio per identificare i luoghi del mondo più esposti al rischio di inondazioni permanenti e irreversibili, ha ufficialmente dichiarato che a essere particolarmente a rischio è il Brasile.

Il vastissimo Paese sudamericano, al momento, rischia di veder sommersa buona parte di due città chiave: Rio de Janeiro e Santos. Ma non è tutto qui, perché ciò che succederà al Brasile sarà solo una delle più lampanti conseguenze delle azioni negative che gli esseri umani stanno continuando a perpetrare, nonostante già da tempo buona parte della comunità scientifica stia alzando la voce con l’obiettivo di sensibilizzare e cambiare le cose.

Inondazioni e innalzamento degli oceani: l’allarme Onu

Come sempre, cerchiamo di fare chiarezza partendo dalle basi. In vista della Cop28 di Dubai, le Nazioni Unite hanno commissionato uno studio (poi pubblicato sul sito web dell’Undp) che mette in strettissima correlazione cambiamento climatico, riscaldamento globale e innalzamento dei mari. A svolgerlo sono stati gli scienziati che gestiscono e aggiornano la piattaforma Human Climate Horizons, costruita sulla base di una ricerca scientifica all’avanguardia.

Il progetto, nato dalla collaborazione tra l’Onu e il CIL (Climate Impact Lab), ha lo scopo di mostrare come sta cambiando il nostro pianeta e di prevedere come le mutazioni in atto si evolveranno nel prossimo secolo, fornendo una copertura iperlocale del globo e facendo focus su regioni e luoghi a rischio. In seguito allo studio richiesto dalle Nazioni Unite, gli scienziati si sono concentrati in particolare sulle trasformazioni che centinaia di città costiere altamente popolate saranno costrette a subire.

I risultati sono tutto fuorché rincuoranti. Stando alle previsioni di Human Climate Horizons, il livello dell’oceano si sta alzando esponenzialmente e velocemente per via dello scioglimento delle calotte glaciali, dei ghiacciai e dell’espansione dell’acqua di mare surriscaldata, cosa che farà scomparire buona parte di terreni attualmente abitati.

Dal Brasile sommerso alla scomparsa delle difese costiere

Lo studio di Human Climate Horizons sottolinea come già dalla fine del XIX il livello medio globale del mare sia aumentato di quasi 23 centimetri: un fenomeno che non accenna ad arrestarsi e che, come abbiamo già accennato, secondo gli studiosi vedrà tra le sue prime vittime il Brasile. Stando alle previsioni, entro il 2050 oltre il 5% di Rio de Janeiro e Santos scomparirà. E non è l’unico problema, dato che il Paese sta già risentendo (come il resto del mondo) di un drastico aumento delle temperature che porta a livelli più alti di mortalità e di consumo di energia.

La scomparsa delle difese costiere, però, è diventato uno dei maggiori argomenti di discussione perché fa luce sulle implicazioni per il futuro collettivo della Terra: «Gli effetti dell’innalzamento del livello del mare – ha affermato Pedro Conceição, direttore dell’Ufficio per il rapporto sullo sviluppo umano dell’Undp – metteranno a rischio decenni di progresso nello sviluppo umano in zone densamente popolate. Ciò porterà allo spostamento di milioni di persone e all’interruzione dell’attività economica in alcuni dei principali centri commerciali».

Secondo Conceição, tutto questo introdurrà nuovi elementi di instabilità e scatenerebbe nuove devastanti conseguenze a catena, ma non è ancora troppo tardi: iniziando ad agire adesso, le cose potrebbero nettamente migliorare e il nostro futuro potrebbe essere ben diverso.

Human Climate Horizons e le prospettive per il futuro

Se, invece, non ci saranno modifiche sostanziali e progressive nel comportamento umano e non verranno presi provvedimenti drastici,  non solo il Brasile ma tutto il pianeta sarà destinato a modifiche e trasformazioni rovinose. Entro il 2050, alla scomparsa di Rio de Janeiro e Santos seguirà quella di Guayaquil (Ecuador), Barranquilla (Colombia), Kingston (Giamaica), Cotonou (Benin),  Calcutta (India), e Perth, Newcastle e Sydney (Australia).

Entro il 2100, invece, potrebbero scomparire Isole Cayman, Maldive, Isole MarshallSaint Martin, Isole Vergini britanniche, Bahamas e Seychelles, ma anche buona parte dei Paesi Bassi, di Gibilterra e della Polinesia Francese. Riusciremo a intervenire in tempo?

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