Buono spesa Conad da 500 euro, la truffa è su WhatsApp
Una nuova truffa sta viaggiando su WhatsApp: con la promessa di ricevere un buono spesa di 500 euro, gli utenti stanno fornendo i propri dati agli hacker
Difendersi dalle truffe su WhatsApp è diventato sempre più complicato. Sono un esempio le decine di messaggi che si ricevono ogni mese e che promettono sconti e buoni spesa da spendere all’interno dei supermercati o dei centri commerciali. E a farne le spese sono sempre gli utenti, che non riescono a capire che si tratta di un raggiro.
L’ultima truffa ha colpito un’azienda della grande distribuzione organizzata: con la promessa di regalare un buono spesa Conad da 500 euro, gli hacker stanno raccogliendo i dati personali di centinaia di utenti italiani. La truffa è nata su WhatsApp e si è propagata a macchia d’olio all’interno dei gruppi e nelle conversazioni tra amici. I truffatori non hanno inventato nulla di nuovo, si tratta di una pratica che oramai si ripropone ogni settimana: con il pretesto di regalare un buono spesa o un buono sconto, i pirati informatici riescono a ottenere i dati personali degli utenti e ad attivare degli abbonamenti a pagamento.
Come funziona la truffa del buono spesa Conad
Quello che i pirati informatici mettono in atto è un classico attacco phishing: creano dei siti web identici a quelli di aziende affermate (in questo caso Conad, ma lo stesso è capitato anche per Ikea) e riescono a convincere gli utenti a fornire i propri dati personali. Ma come funziona la truffa? Il messaggio viaggia all’interno delle conversazioni di WhatsApp: gli utenti ingolositi dal buono spesa di 500 euro lo condividono con i propri amici e all’interno dei gruppi. Nel testo viene spiegato il modo in cui poter ottenere il buono spesa: è necessario cliccare su link presente all’interno del messaggio e si verrà indirizzati a un questionario a cui dover rispondere (la pagina è creata ad hoc per sembrare quella ufficiale del Conad). Domande molto semplici ma che obbligano l’utente a fornire i propri dati personali. Queste informazioni vengono utilizzate dai truffatori per inviare e-mail spam o per essere rivenduti nel dark web. In alcuni casi, vengono attivati degli abbonamenti a pagamento. Oltre al danno, anche la beffa.
Come difendersi dalla truffa
Per difendersi da questa nuova truffa, i consigli sono sempre gli stessi. In primis, nessuna azienda offre un buono sconto su WhatsApp: se dovesse farlo, utilizzerebbe i canali ufficiali (sito web, profili social). Inoltre, in molti casi il testo del messaggio presenta degli errori grammaticali e questo dovrebbe far sorgere dei dubbi sulla legittimità dell’offerta. Altra cosa da controllare è l’URL del questionario: sembra quello ufficiale del Conad, ma ci sono delle piccole differenze che fanno capire che si tratta di un sito falso.