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Come gli "zoo ghiacciati" salveranno gli animali a rischio estinzione

Congelare campioni di pelle o DNA permette agli scienziati di preservare le specie a rischio, e nei prossimi 20 anni sarà possibile creare anche nuovi embrioni

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Come gli "zoo ghiacciati" salveranno gli animali a rischio estinzione Fonte foto: 123RF

Ci sono molte specie animali che rischiano di scomparire. Per alcune la situazione è meno grave, e sono quelle classificate “in pericolo”, come il panda rosso. Per altre il rischio è critico, nel senso che la popolazione è ridotta a meno di 250 esemplari: è il caso del rinoceronte di Sumatra. Altre ancora sono estinte in natura, e sopravvivono solo i pochi animali allevati in cattività: l’orice dalle corna a sciabola è una di queste. E infine ci sono le specie probabilmente estinte, di cui non si vedono esemplari da anni.

Ma potrebbe esserci una soluzione innovativa per permettere di preservare le specie a rischio.

Gli zoo ghiacciati

La lista degli animali che scompaiono dalla faccia della Terra si allunga ogni anno, e il 2021 non ha fatto eccezione.

Una delle soluzioni trovate dagli scienziati – e in particolare dal ricercatore dell’Università della California e pioniere di questo campo, Kurt Benirschke – è quella di congelare campioni di pelle e pelliccia delle specie a rischio estinzione. L’uomo ha iniziato nel 1972, e ora queste particelle sono conservate in un vero e proprio “zoo ghiacciato”.

Si tratta di una criobanca, cioè un luogo dove campioni di tessuto vengono conservati a temperature sottozero per preservarli nella loro interezza: vengono in sostanza ibernati. Lo zoo di Benirschke si trova a San Diego, e contiene 10mila singoli animali di 1220 specie diverse.

Per molto tempo è stato l’unico progetto di questo tipo, ma negli ultimi anni sforzi di conservazione simili sono spuntati in tutto il mondo, e gli strumenti che ai tempi di Benirschke non esistevano ancora, ora sono disponibili.

La pelle e il DNA

Uno degli strumenti più utili per conservare specie a rischio è la clonazione: è già stata testata su alcune specie, tra cui il furetto dai piedi neri, per cui ha avuto un ottimo risultato. I campioni conservati negli zoo ghiacciati saranno destinati proprio alla clonazione.

Se allo zoo ghiacciato di San Diego vengono conservati campioni di pelle, in altre strutture – come in quella del Regno Unito – a essere ibernato è il DNA delle specie a rischio. Non può essere usato per clonare un animale, ma “per tutta una serie di studi scientifici diversi, dalla ricerca sul cancro alla comprensione dei processi di recupero come la ricrescita degli arti”, dice Lisa Yon, consulente scientifico dello zoo ghiacciato inglese.

Congelare le cellule è più difficile rispetto al DNA, perché bisogna evitare che si formino cristalli di ghiaccio quando le cellule vengono messe a -196°. E inoltre cellule diverse richiedono anche livelli di difficoltà – e di conseguenza tecniche di congelamento – diverse: l’esempio classico è quello degli anfibi, le cui cellule sono difficili da ghiacciare, e infatti ce ne sono molto poche conservate nelle criobanche.

“Molte delle cose che vogliamo fare non possiamo ancora farle”, dice Tullis Matson di Nature’s Safe, una criobanca inglese che raccoglie cellule vive e gameti (sperma e ovuli). Secondo lui nei prossimi 20 anni sarà possibile trasformare queste cellule in staminali, che a loro volta possono essere riprogrammate per produrre sperma e ovuli. A quel punto, potrebbe essere creato un embrione, e poi impiantato in un individuo di una specie in pericolo.

La tecnica apre anche la prospettiva di far rivivere specie completamente scomparse, usando surrogati degli animali oggi viventi e geneticamente più simili. “Abbiamo cellule conservate da specie estinte” dice Ryder. “Ci è stato chiesto di conservare le cellule di alcuni degli ultimi individui di una specie – o letteralmente dell’ultimo individuo – e lo facciamo, ma non ci aspettiamo davvero che saremo in grado di riportare in vita le specie estinte da un singolo animale”.

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