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SCIENZA

Stiamo per scoprire cosa c'è dentro le Piramidi

La chiave è in alcune onde di particelle elementari chiamate "muoni". Stiamo per scoprire cosa c'è all'interno delle Piramidi.

Stiamo per scoprire cosa c'è all'interno delle piramidi Fonte foto: 123RF

Da tempo la fantasia degli scrittori di fantascienza – e dei cospirazionisti – si esercita su quello che ancora non sappiamo delle Piramidi. I misteri custoditi dalle gigantesche tombe degli Antichi Egiziani, le più famose delle quali si trovano nella piana di Giza (sono appunto quelle di Cheope, Chefren e Micerino), non hanno naturalmente nulla a che fare con alieni o strane magie, ma questo non vuol dire che non nascondano sorprendenti e affascinanti misteri.

Il problema di guardare all’interno delle Piramidi

Il problema è a questo punto guardare all’interno delle Piramidi: sì, perché nei locali angusti e nei corridoi delle tombe, che non erano fatti per essere visitati, e che, anzi, dovevano essere protetti dai razziatori di tutte le epoche, l’aria non è passata per tanto, tantissimo tempo. Un’improvvisa ventata di ossigeno rischierebbe quindi di rovinare i tesori contenuti nelle aree interne delle strutture a base quadrata o rettangolare e di forma, come suggerisce il nome, piramidale.

Per aggirare il problema, gli studiosi hanno innanzitutto congelato qualsiasi velleità esplorativa, accettando, momentaneamente, l’inacessibilità dei colossali monumenti funebri. Poi si sono messi a lavoro sulle tecnologie. La svolta è arrivata da una tecnologia spaziale che utilizza il muone: “Possono attraversare decine di metri di cemento. Passeranno anche attraverso il tuo corpo senza fare nulla” ha dichiarato un fisico dell’Università di Glasgow. “Sono onnipresenti, penetranti e gratuiti. Sono ovunque e fanno parte dell’ambiente naturale”. Si tratta di onde di particelle elementari della dimensione di un elettrone ma 200 volte più pensati.

Come è stata possibile la sensazionale scoperta di una camera segreta a Giza

Grazie al muone, che è più efficace dei Raggi X, gli scienziati possono “guardare attraverso i muri”. Anche quando sono di spessore gigantesco come nel caso delle strutture antiche simbolo dell’Egitto. Nel 2017 grazie al muone, gli archeologi hanno scoperto nelle profondità della più grande delle tre Piramidi, quella di Giza, un’enorme cavità, prima di allora sconosciuta. Si tratta probabilmente di una stanza grande 30 metri collocata sopra la Grande Galleria, il corridoio che portava dalla camera della regina al sarcofago del faraone.

La scoperta, tra le più importanti del XXI secolo, e che non era stata prevista da nessun tipo di teoria, è stata possibile grazie a ScanPyramids, che funziona con il muone. Chissà cosa altro saprà dirci l’utilizzo di queste efficacissime onde a particelle elementari nei prossimi anni di ricerca storica.

I segreti nascosti nelle pieghe del tempo non smettono mai di affascinare i ricercatori: che hanno scongelato un virus di 15mila anni fa e sono partiti alla ricerca dei segreti di Atlantide.

Giuseppe Giordano