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SCIENZA

Cosa succede se lasciamo l'acqua al sole?

Lasciare una bottiglia di acqua sotto la luce del sole in estate può essere molto pericoloso, sia per la salute sia perché rappresenta un reato

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Non c’è niente di meglio che una bella bottiglia di acqua fresca in estate per affrontare le roventi temperature della stagione e garantire la giusta idratazione. Il problema di questi contenitori è però rappresentato proprio dalla caratteristica peculiare di questo periodo dell’anno: i raggi del sole sono infatti più intensi del solito.

Ecco perché bisogna chiedersi se una determinata bottiglia d’acqua sia rimasta o meno esposta al sole, soprattutto per quanto tempo. Non è un caso che nelle confezioni di plastica sia indicato chiaramente come il prodotto vada conservato al riparo dalla luce e in un luogo fresco e asciutto. Il materiale delle bottiglie può fare di sicuro la differenza.

Quando scatta l’allarme per l’acqua sotto il sole

Nel caso della plastica, è stato accertato come la migrazione di sostanze chimiche non proprio benefiche per il nostro organismo avvenga in maniera molto più rapida nel caso di una prolungata esposizione sotto la luce del sole. I legami della plastica, infatti, possono spezzarsi e far aumentare il filtraggio di queste stesse sostanze. Alcuni elementi devono far scattare l’allarme, come ad esempio l’antimonio. Si tratta di un composto usato principalmente per produrre smalti e vernici, ma anche nel corso della produzione delle bottiglie di plastica. Il caldo e l’eventuale rilascio nell’acqua potrebbe agevolare il consumo di qualcosa di cancerogeno.

C’è stato persino uno studio che ha preso in esame i livelli di antimonio in questo tipo di bottiglie. Quando le temperature si aggirano attorno ai 20 gradi, le concentrazioni della sostanza chimica sono molto basse, mentre già a 50 gradi la situazione cambia in maniera radicale. Altri elementi, inoltre, rischiano di cumularsi con l’antimonio, rendendo il consumo ancora più a rischio. In poche parole, le caratteristiche originarie del prodotto potrebbero scomparire del tutto. Il problema non è di più semplice risoluzione nell’ipotesi di un altro materiale per quel che riguarda la bottiglia, nello specifico il vetro.

L’acqua nelle bottiglie di vetro

In questo caso non si è al riparo al 100% dai rischi per la salute. Il vetro è senza dubbio più protettivo e sicuro rispetto alla plastica, però la luce del sole può provocare lo sviluppo delle alghe che in qualsiasi acqua minerale dovrebbero essere assenti. La loro presenza è preoccupante e grave, visto che si possono sprigionare delle sostanze tossiche. Ecco perché per evitare qualsiasi inconveniente, si dovrebbe evitare di bere il liquido rimasto sotto al sole oppure preferire altri sistemi, come le fontanelle e i rubinetti. Tra l’altro, in situazioni del genere c’è un dettaglio che non può essere di certo sottovalutato.

Secondo quanto stabilito da una sentenza della Cassazione del 2018, il possesso e l’esposizione dell’acqua nelle bottiglie di plastica al sole rappresenta un reato. In quanto tale e va condannato e sanzionato, visto che contribuisce a minare la salute del consumatore. La situazione si riferisce al negoziante che detiene queste confezioni sotto la luce del sole, a prescindere dal tempo complessivo. Come hanno previsto i giudici di Piazza Cavour, questo comportamento deve essere punito con una ammenda pari a 1500 euro. Una materia che è dunque più complessa di quello che si potrebbe immaginare.