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La crisi climatica sta minacciando un altro "pezzo" di mondo: cosa sta succedendo in Perù

La calotta di Quelccaya, in Perù, è un ghiacciaio di enorme rilevanza per locali, studiosi e il pianeta: entro la fine del secolo sparirà a causa del cambiamento climatico

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L’emergenza climatica che il nostro pianeta sta vivendo, a causa delle azioni che compiamo ogni singolo giorno, da generazioni, ha un impatto enorme e spesso devastante in ogni dove. In alcune aree è meno evidente di altre, ma col tempo tutti subiranno gli effetti.

Si aggiunge a questa spiacevole e tremenda lista la calotta di Quelccaya, situata su un altopiano della Cordigliera delle Ande, in Perù. Nonostante le temperature registrate ad alta quota, la morsa del cambiamento climatico fa sentire la sua stretta.

Allarme in Perù

Attraverso il TM, ovvero il Thematic Mapper di Landsat 5 e con l’OLI, che sta per Operational Land Imager, di Landsat 8, sono state poste a confronto due immagini molto significative. È stata ritratta la calotta di Quelccaya, in Perù, il 22 ottobre 2023. Una vista posta di fianco a una del 3 settembre 1988. Il risultato offre l’evidenza dell’arretramento del margine di ghiaccio nella Cordigliera delle Ande.

In merito si è espresso Christopher Shuman, ben noto glaciologo dell’Università del Maryland, con sede presso il Goddard Space Flight Center della Nasa. Ha spiegato come l’area ghiacciata raggiungeva i 58 km quadrati nel 1988. A distanza di 35 anni, l’impatto del cambiamento climatico e dunque delle azioni dell’uomo ha portato a una radicale riduzione della superficie, che oggi corrisponde a poco più di 40 km quadrati. Ennesima riprova di come non solo tali fenomeni avvengano costantemente, ma anche della loro estrema rapidità. Viene da chiedersi cosa ne sarà della calotta di Quelccaya entro la fine del secolo.

Le immagini evidenziano inoltre come i bacini lacustri formatisi sul lato occidentale, che nel corso del tempo sono stati scavati dal ghiaccio in movimento, abbiano ormai perso il proprio punto di contatto con il ghiaccio che li ha creati. Si tratta di un ulteriore allarme, considerando quanto potrebbe accadere. Pensiamo al fiume Vilcanota e al lago Sibinacocha, nello specifico, che vedono nella calotta una fonte d’acqua chiave, che ha dunque una rilevanza vitale per le popolazioni che vivono nei pressi e soprattutto a valle.

Addio alla calotta di Quelccaya

Se le immagini satellitari Landsat hanno di certo offerto importanti rilevazioni, non è di certo da oggi che la comunità scientifica è sicura della riduzione costante della calotta di Quelccaya. Dal 1974 in poi sono state organizzate numerose spedizioni per studiare l’area da vicino. Tra gli organizzatori c’è Lonnie Thompson, che si è così espresso: “Le immagini di terra e quelle satellitari documentano i tassi di ritiro del ghiacciaio, che ora sono in media di circa 14 metri all’anno“.

Questo fenomeno ci priva anche di chance d’analisi storica. Il team di Thompson ha provveduto a scavare in questi antichi ghiacciai tropicali. Operazioni che si svolgono da molto tempo, che hanno consentito registrazioni di temperature dell’aria e della composizione atmosferica risalenti anche a 1800 anni fa.

“I ghiacciai tropicali potrebbero rappresentare la nostra unica chance di catturare i cambiamenti della temperatura media globale nel corso del tempo. Lo stesso dicasi per il modo in cui il clima e l’ambiente sono mutati in un’area che rappresenta il 50% della superficie della Terra, e dove vive più del 50% degli 8 miliardi di persone del pianeta”. Si prevede che entro la fine del XXI secolo si assisterà alla scomparsa della calotta di Quelccaya, della quale le uniche prove saranno le immagini satellitari.