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SCIENZA

Queste due specie hanno superato un punto di non ritorno

Queste due specie non torneranno mai più sulla terraferma: a dirlo è un team di scienziati che ne ha analizzato parametri e comportamenti, scoprendo di più sull'evoluzione

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Addio e grazie per tutto il pesce, cantano i delfini in Guida Galattica per gli autostoppisti mentre abbandonano il pianeta in procinto di essere distrutto. E se potessero farlo, lo canterebbero anche adesso, con una piccola variante perché invece di scappare dalla Terra in generale questi mammiferi hanno detto ufficialmente addio alla terraferma in favore dell’ambiente acquatico. In realtà, a superare questo punto di non ritorno sono due specie, i delfini e le orche.

Questa introduzione potrebbe lasciare un po’ interdetti coloro che hanno sempre e soltanto identificato questi due animali come pesci, senza tener conto che in realtà hanno una lunghissima storia alle spalle: un percorso di transizione verso l’ambiente marino, partito milioni di anni fa proprio dalla superficie terrestre. E adesso uno studio ha confermato che non torneranno mai più indietro.

Teorie evolutive e specie di transizione

Facciamo un piccolo passo indietro e guardiamo la situazione generale, cercando di riassumerla al meglio nonostante la sua complessità: in base a quelle che sono le attuali teorie evolutive, circa 400 milioni di anni fa la vita sulla Terra ha iniziato a cambiare. Uno dei cambiamenti più evidenti riguardava alcune classi di pesci, che hanno cominciato a uscire dall’acqua dando vita a una linea filogenetica di vertebrati in grado di vivere sia dentro l’acqua che sulla terra.

Chiamati tetrapodi, questi animali avevano quattro arti (attaccati al corpo) e delle dita, che permettevano loro tanto di nuotare quanto di camminare sulla superficie terrestre. Erano molto simili al coccodrillo e gli esperti li hanno etichettati come vera e propria specie di transizione. Poi, ecco un altro colpo di scena: altri 150 milioni di anni dopo, alcuni tetrapodi migrarono nuovamente verso l’acqua, trasformandosi nei mammiferi acquatici che conosciamo.

La domanda degli scienziati

Alla luce di tutto questo, già molto tempo fa un paleontologo belga di nome Louis Dollo si era fatto una domanda fondamentale: se un tempo i pesci sono usciti dall’acqua e poi vi sono tornati, è possibile che escano di nuovo? È in qualche modo plausibile che tornino a camminare sulla terraferma? Ai tempi, Dollo postulò che l’evoluzione fosse una strada a senso unico (tant’è che esiste la cosiddetta Legge di Dollo), ma la discussione si è riaccesa grazie alle indagini sul tema di un team multidisciplinare formato da ricercatori delle università di Fribourg (Svizzera) e Gothenburg (Svezia).

Gli studiosi hanno scelto di analizzare proprio delfini e orche, indagandone la storia sin dalla loro comparsa sul pianeta ed esaminando attentamente le transizioni evolutive che li hanno accompagnati verso l’adattamento in regni fisicamente distinti. Hanno comparato tutti gli adattamenti (morfologici e comportamentali) necessari e i parametri utilizzati e i dati raccolti hanno cercato di coprire ogni possibile incertezza, con proiezioni su cambiamenti di massa corporea, dieta e cambiamenti fenotipici.

Il punto di non ritorno

Come abbiamo già accennato, la risposta alla domanda è che no, non è possibile che delfini e orche possano tornare indietro. La loro evoluzione ha infatti raggiunto un punto di ritorno che gli impedirebbe di riadattarsi alla vita sulla superficie. Paradossalmente, però, questo non conferma la Legge di Dollo, che afferma che la transizione evolutiva sia una strada totalmente a senso unico.

Infatti, secondo il succitato lavoro di ricerca (pubblicato fra gli atti della Royal Society B), semplicemente delfini e orche hanno raggiunto un punto per cui non possono tornare indietro: se avessero “deciso” prima di spostarsi sulla terraferma, avrebbero potuto farlo. Il motivo per cui gli è impedito è che, a oggi, gli stessi adattamenti che rendono possibile una vita completamente acquatica (come, per esempio, l’aumento della massa) rendono molto più difficile risalire sulla terraferma.

In più, quelli che erano degli adattamenti semi-acquatici che ancora consentivano un rimescolamento evolutivo e una sorta di “libertà” di transizione fra terra e acqua, sono ormai sulla strada per scomparire. Dollo, dunque, aveva sia ragione che torto: c’è una soglia quando si tratta di adattamenti acquatici, che queste due specie hanno attraversato.

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