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Quanto deve durare un abbraccio per farci stare bene? Svelato il numero di secondi ideale

Esistono vari tipi di abbracci, con benefici differenti garantiti: ecco quanto dovrebbe durare un abbraccio per farci stare bene

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Gli esperti sostengono che gli abbracci apportino differenti benefici, tanto fisici quanto psicologici. Rappresentano dunque un elemento chiave della nostra socialità. Riteniamo d’essere gli unici esseri del mondo animale a vantare un atteggiamento di questo tipo, ma non è affatto così. Basti pensare alle scimmie, con le quali condividiamo molto, geneticamente parlando. Il loro sistema di pulizia e cura vicendevole potrebbe rappresentare la base dalla quale sono poi nati gli abbracci.

Il professor Robin Dunbar, psicologo evoluzionista dell’Università di Oxford, si è così espresso in merito: “Il metodo di base del legame sociale per creare relazioni è il contatto fisico”. Quanto dovrebbe dunque durare un abbraccio e quali tipi esistono?

Abbracci vietati

Questa analisi risulta oggi molto interessante in connessione con una notizia che giunge dall’Oceania. Nello specifico parliamo dell’aeroporto internazionale di Dunedin, nell’Isola del Sud della Nuova Zelanda.

Qui, nel tentativo di mantenere il traffico aereo scorrevole, la dirigenza ha deciso di imporre un vero e proprio limite agli abbracci. Non sono vietati, sia chiaro, ma non possono superare il tempo massimo di tre minuti, almeno per quanto riguarda la zona di sosta breve delle partenze in cui le persone si salutano prima del viaggio.

Si ha bisogno di un abbraccio più lungo e sentito? Sarebbe il caso di mettere in pausa le emozioni, sfogandole per tutto il tempo necessario nel parcheggio. Questo il suggerimento della struttura.

Al contrario, l’aeroporto di Heathrow incentiva gli abbracci lunghi e affettuosi. È infatti comparsa una nuova segnaletica nell’area delle partenze, che ha rapidamente fatto il giro del mondo. Vengono mostrate due persone che si abbracciano, con la scritta: “Tempo massimo di abbraccio, illimitato. Gli addii affettuosi alle partenze sono incoraggiati”.

I benefici degli abbracci

Il professor Robin Dunbar ha spiegato come sotto la superficie della pelle si attivi un sistema neurale altamente specializzato. Tutto ciò dopo ogni abbraccio. Il sistema risponde a una stimolazione molto specifica, con un rilascio di endorfine nel cervello, che ci fa sentire calmi e rilassati a fronte di accarezzamenti leggeri e lenti, con una velocità di 3 cm al secondo, che è quella dei movimenti della nostra mano attraverso la pelle.

La sensazione di benessere va anche oltre. Di fatto, un abbraccio può influenzare addirittura le nostre risposte immunitarie. È stato dimostrato da uno studio dei ricercatori della Carnegie Mellon University, negli Stati Uniti. Il team ha individuato una correlazione tra la frequenza degli abbracci e la capacità di combattere il raffreddore.

Chi ha ricevuto abbracci regolari nei 14 giorni precedenti l’esposizione al virus del raffreddore, ha avuto minori probabilità di contrarre l’infezione. In caso di malanno, inoltre, i loro sintomi sono risultati meno gravi rispetto agli altri, privati di abbracci.

Un altro studio ha evidenziato come le donne che hanno abbracciato il proprio partner, prima di fronteggiare un’esperienza stressante, hanno avuto una risposta biologica allo stress più bassa. Il tutto misurato attraverso i livelli dell’ormone dello stress, il cortisolo.

Ecco le parole del professor Michael Banissy, neuroscienziato sociale presso l’Università di Bristol: “Gli abbracci possono essere utili per gestire l’ansia e i livelli di stress in aeroporto. Ciò è facile da capire. La questione dei tre minuti è però interessante. Tecnicamente, infatti, gli ormoni che svolgono un ruolo di modulazione di tali effetti possono essere rilasciati in pochi minuti. Il tempo potrebbe dunque essere sufficiente”.

Il problema nasce, però, laddove il limite di tempo può far sentire le persone un po’ tese, avendo un cronometro posto sulla testa. Ciò potrebbe rendere l’abbraccio meno naturale, il che si traduce in un mancato ottenimento dello stesso livello di beneficio previsto. Detto ciò, si tratta di una regola indicativa e, per fortuna, non ci sarà la “polizia degli abbracci”.

Quanto deve durare un abbraccio

I tipi di abbracci sono svariati e tutti vantano una precisa tempistica per il rilascio di quei benefici di cui sopra. L’abbraccio più comune è quello che prevede l’incrocio di braccia di una persona tra le spalle dell’altra e di quest’ultima sulla vita.

Un abbraccio rapido, magari sulla porta poco prima di lasciare casa di amici, ha un valore? Socialmente parlando, certamente. Per quanto riguarda i benefici fisici, invece, una stretta di un secondo è quella meno piacevole. Al tempo stesso, però, un abbraccio lungo, al di fuori di certe dinamiche personali, può far sentire a disagio: “Tra i 5 e i 10 secondi è ottimale”.

Differente il discorso per l’abbraccio avvolgente, che tende a essere limitato a scenari emotivi. In altri contesti potrebbe infatti risultare un po’ troppo intimo. Utile per fornire conforto e sostegno motivo, vede una persona avvolta letteralmente dalle braccia dell’altra. In questo caso i 10 secondi possono essere ampiamente superati. Si abbraccia per il tempo necessario e sarà il corpo del ricevente a dettare i “tempi di rilascio”.

Esistono però anche abbracci rapidi ma dal grande significato ed effetto. Si parla di quelli sportivi. In campo o in panchina avviene tutto con grande velocità, ma ciò non vuol dire che si raggiunga il risultato sperato.

È stato dimostrato come le squadre che si toccano di più, tra abbraccia, pugni a contatto e cinque battuti con le mani, soprattutto a inizio stagione vincono più partite. C’è un legame e una coesione di squadra che viene generata con tali gesti. Micro interazioni, dal punto di vista del cronometro, che tutte insieme generano un clima disteso.

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