È in arrivo Pixel Tag, l'AirTag secondo Google
Google avrebbe in cantiere un proprio modello tracker Bluetooth e UWB evoluto, che dovrebbe debuttare insieme al prossimo Pixel 8, con delle specifiche tecniche fin troppo simili a quelle di Apple AirTag: avrà anche gli stessi problemi di privacy?
Negli ultimi anni sembra proprio che Google stia seguendo le orme di Apple per quanto riguarda il lancio di nuovi dispositivi, nel tentativo di creare un suo ecosistema completo, dallo smartphone allo smartwatch, passando per la domotica, un futuro tablet e anche un dispositivo piccolo piccolo, ma che nella gamma di Apple occupa un posto molto particolare. Dopo i Pixel Buds e Pixel Watch, infatti, ora Big G avrebbe intenzione di rilasciare una sua versione dell’AirTag (in foto), che potrebbe chiamarsi Pixel Tag e che dovrebbe vedere la luce in concomitanza con il lancio del prossimo smartphone Pixel 8.
Google al lavoro sul Pixel tag
Ultimamente sono emerse diverse indicazioni che lasciano presuppore il fatto che Google stia alacremente lavorando su un suo Pixel Tag. Le prime indiscrezioni arrivano da Mishaal Rahman uno dei più accreditati leaker del mondo Android, che ha scoperto che nel protocollo della tecnologia Google Fast Pair, funzionalità che Big G ha introdotto molto tempo fa in Android per accoppiare i dispositivi in modo rapido e semplice tramite Bluetooth, è comparso un nuovo prodotto “accoppiabile” chiamato “locator tag” che, guarda a caso, è proprio la funzione principale di un presunto Pixel Tag.
Il secondo forte indizio che Google stia preparando il suo Pixel tag arriva dal leaker Kuba Wojciechowski che sostiene che il team di Google Nest (quello che sviluppa i dispositivi per la domotica) stia lavorando a un tracker Bluetooth che al momento ha il nome in codice di Grogu, il famoso mini Yoda del film The Mandalorian.
In precedenza altri rumor parlavano di riferimenti al Tag di Google con i nomi in codice di “Groguaudio” e “GR10“. Quello che ci rivela Kuba Wojciechowski è che questo dispositivo dovrebbe utilizzare le connessioni Bluetooth LE e UWB ed essere dotato di un piccolo altoparlante che servirebbe solo per emettere segnali acustici. Secondo il leaker l’AirTag made in Google arriverà anche in diversi colori (ma non specifica quali).
Tutte queste informazioni e indiscrezioni descrivono un vero e proprio clone di AirTag, ma aperto al mondo Android. Staremo però a vedere quanto aperto: le funzioni più evolute per la localizzazione del tracker saranno attivabili da tutti gli smartphone o solo dai Pixel di Google?
Google Pixel Tag: questione privacy
Anche se questo Pixel Tag (ma il nome potrebbe cambiare) sembra proprio che sia destinato ad arrivare sul mercato, molti sono scettici sul fatto che Big G si proponga con tanto ritardo rispetto ad Apple e soprattutto dopo i problemi di privacy che a Cupertino hanno avuto e stanno ancora affrontando per l’utilizzo improprio dei loro AirTag.
Probabilmente Google, forte dell’esperienza negativa di Apple, dovrebbe aggiungere ai suoi Pixel Tag delle funzionalità che migliorino la privacy degli utenti e in qualche modo limitino l’utilizzo inappropriato (se non addirittura criminale).
Negli Stati Uniti due donne hanno denunciato Apple perché gli AirTag sono stati utilizzati da compagni gelosi per seguire i loro movimenti. In un primo caso lo stalker ha inserito l’AirTag nella ruota dell’auto di proprietà della donna. Nel secondo caso, l’ex marito lo ha collocato all’interno dello zaino del figlio sempre con lo scopo di sapere dove si trovasse l’ex moglie in qualsiasi momento.
E per non farsi mancare nulla nel 2021 un grosso rivenditore australiano ha tolto dai suoi scaffali gli AirTag perché li ha ritenuti pericolosi per i bambini, in quando la batteria a bottone può facilmente essere rimossa e ingoiata. Apple ha suo tempo aveva specificato che AirTag non erano pericolosi per i bambini: in quanto “è progettato per rispettare le normative di sicurezza per i bambini a livello internazionale, compresi gli standard australiani, e richiede un procedimento in due step per accedere alla batteria“.
Apple nel frattempo, ormai a conoscenza dell’utilizzo fraudolento dei suoi AirTag, ha cercato in qualche modo di correre ai ripari. Ha lanciato una app, prima per iOS e poi anche per Android che localizza eventuali AirTag nelle vicinanze e quindi consente di sapere se ce ne sono alcuni di cui non si conosce la provenienza. L’app consente anche di farli “squillare” per individuarli con più facilità. Oltre agli AirTag si possono localizzare anche altri tracker compatibili con la rete Find My di Apple.