Libero
SCIENZA

Eccezionale scoperta a Napoli, sotto la basilica della Pietrasanta emersi i resti del tempio di Diana

Eccezionale scoperta in Italia: confermata la presenza di un antico tempio dedicato a Diana sotto la Basilica della Pietrasanta a Napoli

Pubblicato:

Eccezionale scoperta in Italia Fonte foto: iStock

Un’eccezionale scoperta in Italia ha recentemente suscitato l’interesse di archeologi e appassionati di storia, rivelando dettagli finora sconosciuti sulla Napoli antica.

Sotto la Basilica della Pietrasanta, situata nel cuore del centro storico della città, sono emersi resti che confermerebbero l’esistenza di un tempio dedicato a Diana, la dea romana della caccia e della natura.

Eccezionale scoperta in Italia: il tempio di Diana

La notizia è particolarmente rilevante perché la lapide di marmo che testimonia la presenza del tempio dedicato a Diana sotto la Basilica della Pietrasanta, a Napoli, era andato perduto secoli fa, nel 1600, lasciando per lungo tempo solo supposizioni su ciò che potesse celarsi inferiormente all’imponente struttura religiosa. Adesso, dopo più di 400 anni, una parte di quel misterioso passato è riemersa, portando con sé nuove luci sulla storia di Napoli.

Il marmo in questione, infatti, non solo conferma la presenza dell’antico tempio di Diana nel sito dove ora sorge la basilica, ma fornisce anche dettagli cruciali sullo sviluppo urbano della città nei secoli passati.

L’iscrizione incisa sulla pietra, risalente all’epoca dell’antica Roma, documenta una vecchia “fratrìa” degli Artemisi, il che suggerisce con grande certezza che, nel punto in cui oggi troviamo la Basilica della Pietrasanta, un tempo si ergeva un imponente luogo di culto dedicato alla dea Diana. Questo reperto ha riacceso il dibattito su come la Napoli antica si sia evoluta e come le strutture religiose siano state adattate o integrate nel corso dei secoli.

Fino ad oggi, l’unica testimonianza di questa connessione tra il tempio di Diana e la basilica era rappresentata da ipotesi formulate dagli studiosi, poiché il marmo con l’iscrizione era sparito senza lasciare traccia all’inizio del Seicento. La vicenda è stata ricostruita negli anni da storici locali, tra cui Enzo Puglia e Pasquale Vanacore, che, nel 2018, hanno approfondito il mistero attraverso un articolo pubblicato sulla rivista La terra delle Sirene. La loro ricerca ha messo in luce come il marmo fosse stato rimosso dalla basilica nel 1607 senza più sapere che fine avesse fatto.

Il ritrovamento della lapide

Il colpo di scena è arrivato recentemente quando, durante i lavori di restauro nella chiesa di Santa Maria delle Grazie ad Alberi, frazione collinare di Meta, in Costiera Amalfitana, è emersa una lapide nascosta dietro un’altra pietra.

Dopo un’attenta rimozione, è stato possibile constatare che la pietra portava l’iscrizione del tempio di Diana, confermando che quella stessa lastra di marmo aveva viaggiato lungo la penisola sorrentina nel XVII secolo. Secondo le ricostruzioni storiche, la lapide fu portata lì da un sacerdote che, durante una visita a Napoli, prese il marmo per usarlo come base per una nuova iscrizione commemorativa. Non si trattò di un furto vero e proprio, ma di una pratica comune all’epoca: riutilizzare materiali antichi per nuovi scopi.

Questa scoperta ha sollevato una serie d’interrogativi sul patrimonio storico della città e sulle possibili azioni da intraprendere per preservare il reperto. Lello Iovine, presidente della Fondazione Pietrasanta, ha lanciato un appello affinché la lapide, che attualmente si trova a Meta, possa temporaneamente tornare a Napoli, dove originariamente si trovava. Secondo Iovine, sarebbe un’incredibile occasione per la città di celebrare i suoi 2500 anni di storia.

La proposta di Iovine ha incontrato il favore di molti, che vedono in questa iniziativa un’occasione per rafforzare il legame tra la Napoli moderna e la sua antica eredità. Tuttavia, il progetto dovrà fare i conti con la necessaria autorizzazione della Soprintendenza, che dovrà approvare i piani per il trasporto e l’esposizione del reperto.

In ogni caso, questa eccezionale scoperta in Italia rappresenta un’importante pagina nella storia della città di Napoli e un’occasione unica per far rivivere il suo passato millenario.

Libero Shopping