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SCIENZA

Enormi vortici avvistati in acqua: cosa sta succedendo nel mare?

Motivi ondulati, strani colori: enormi vortici sono stati avvistati in mare e adesso gli scienziati si stanno concentrando sui loro strani (e forse imprevedibili) moti

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Verrebbe da dire, semplicemente, non è Photoshop. E no, questa volta la frase non stiamo parlando di foto di corpi umani alla ricerca della perfezione, anche se di perfezione pur sempre si tratta: l’immagine restituita dal satellite LandSat 7 della Nasa, infatti, mostra degli enormi vortici avvistati in acqua, coloratissimi e talmente accurati da sembrare quasi dipinti.

Eppure, questi vortici, con il loro ondeggiante turbinare di forme e cromie, sono del tutto naturali e non alterati dagli strumenti umani. Ma di cosa si tratta nello specifico? Dobbiamo averne paura? A fare luce sulla questione è proprio la National Aeronautics and Space Administration, per mezzo del suo account Instagram.

Vortici misteriosi e motivi mozzafiato

A dirla tutta, l’agenzia governativa civile responsabile del programma spaziale e della ricerca aerospaziale degli Stati Uniti d’America ha, in realtà, “ripescato” un’immagine di diversi anni fa, precisamente risalente all’edizione 2020 nel Tournament Earth, per riaccendere i riflettori su un processo naturale che muta i nostri paesaggi naturali, nello specifico quelli acquatici.

La foto sembra mostrare i petali allungati di un fiore che vira dai toni del verde al blu profondo o le increspature di un abito, che apparentemente sono rese in digitale, come se l’intero “disegno” fosse stato creato ad hoc grazie ai più recenti software di elaborazione immagini. Invece, si tratta di una foto vera e propria, scattata dallo strumento Enhanced Thematic Mapper Plus (chiamato in breve ETM+), sensore di rivelazione dotato di fotocamera in dotazione al satellite Landsat 7.

Lo scatto immortala le profondità di una parte dei nostri oceani, in tutta la sua maestosa complessità. Ogni sfumatura di questi “vortici” rappresenta un livello specifico, non solo dell’acqua, ma anche della sabbia e dei sedimenti adagiati negli abissi.

Un processo naturale in continua evoluzione

Nello specifico, lo scatto riproposto dalla Nasa mostra l’interazione fra la sabbia e le alghe delle Bahamas. I vortici, dunque, non sono altro che i fondali, ricchi appunto di sabbia, alghe e sedimenti oceanici, che grazie alle maree e alle correnti oceaniche si sono “organizzati”, trasformandosi in questi motivi multicolori scanalati. Anche se lo scatto in questione risale al 2001 (Landsat 7 è stato lanciato con successo nel 1999 e la sua missione scientifica primaria si è conclusa proprio quest’anno), questo tipo di processo è sempre in atto.

Come spiegano i ricercatori, si tratta di una vera e propria azione di modellamento del fondale, perenne e costante, simile a quella che il vento mette in atto nel deserto del Sahara, creando le sue dune e continuando a modificare il paesaggio. Nel caso degli oceani, però, c’è anche qualcosa di più: le sfumature e le forme assunte hanno a che fare con le diverse temperature del mare, che agiscono erodendo, sciogliendo o cristallizzando alcuni materiali.

I fondali e l’impatto ambientale

Foto del genere sono essenziali per gli studi sui cambiamenti globali e per il monitoraggio e la valutazione della copertura dei fondali, oltre che per la mappatura di grandi aree oceaniche. Ricercatori e scienziati hanno usato questo scatto come metro di paragone dei cambiamenti in atto, causati dall’inquinamento e dal riscaldamento globale.

In più, diciamolo pure, questo tipo di scatti ci ricorda che la natura può creare panorami incantevoli e che la responsabilità di non distruggerli (e, al contrario, di esaltarli) è tutta in mano nostra.