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SCIENZA

Un'esplosione gigante e vicina alla Terra: cosa sta accadendo nello Spazio?

Circa 11.000 anni fa una stella massiccia è esplosa diventando una supernova: oggi siamo in grado di vedere i suoi resti e di ammirare tutte le conseguenze di questa trasformazione

Potremmo aver letto (e sentito) spesso delle frasi che sottolineano l’importanza di attraversare momenti difficili ed eventi drammatici per arrivare a qualcosa di nuovo, esaltante e per certi versi straordinario. Bene, questo tipo di convinzione che strizza l’occhio alla psicologia vale anche per la scienza. Anzi, in certi casi vale soprattutto per la scienza: lo dimostra il residuo di una supernova che adesso siamo in grado di ammirare in tutto il suo splendore.

Osservare la magnificenza di un’esplosione stellare di questo tipo è uno degli approcci che gli scienziati usano per avere una migliore e più approfondita conoscenza delle particolarissime dinamiche che caratterizzano la vita di una stella e per rilevare tutte le costanti, le variabili e le anomalie che, nel corso di milioni di anni, hanno trasformato intere porzioni di spazio innescando incredibili (e per certi versi ancora misteriosi) eventi a catena.

Uno scatto esplosivo

Alle 6 del mattino del 29 maggio 2023, l’Osservatorio del Paranal dell’ESO (Osservatorio Spaziale Europeo) ha mostrato a un team di ricercatori uno scatto davvero incredibile. A catturarlo è stata l’OmegaCAM del VLT Survey Telescope, uno dei telescopi più produttivi al mondo posizionato nel deserto cileno. Grazie anche al supporto del telescopio “minore” VISTA, l’OmegaCam è riuscita nell’impresa di immortalare quelli che a un primo sguardo possono sembrare dei filamenti stellari che percorrono un ammasso di nuvole.

In realtà si tratta (come già detto) dei resti di una supernova, che prende il nome di Nebulosa delle Vele e si trova a circa 800 anni luce dalla Terra. L’immagine mostra delle nubi gassose il cui colore va dall’ocra al rosa, accendendosi in diversi punti di violetto e magenta. Le nubi riempiono l’intera foto e, osservando meglio, sembrano essere percorse da raggi che sembrano un po’ dei fulmini e un po’ delle vene, che si estendono verso l’esterno. Questi filamenti si muovono in maniera tentacolare, sono di diverso spessore e si intrecciano insieme formando una sorta di rete compatta.

Un cuore misterioso

Secondo gli scienziati dell’ESO è proprio questa rete, questa struttura a essere interessante. La Nebulosa delle Vele, infatti, è ufficialmente uno dei più grandi residui di supernova mai visti e il suo aspetto non resta mai uguale (di conseguenza, anche la struttura si modifica), perché cambia in base alla lunghezza d’onda in cui la si osserva. Lo scatto offerto dal VLT Survey Telescope diventa così una possibilità per riuscire a interpretare la sua composizione reale e i movimenti dei filamenti.

E non è tutto qui, perché in generale la Nebulosa delle Vele è un oggetto celeste che nasconde ancora moltissimi misteri: per esempio, non è ancora possibile stabilire la sua età esatta, la sua storia non è ancora chiara e al centro nasconde un cuore misterioso, noto come Pulsar delle Vele, che è attualmente una delle stelle di neutroni più studiate e indagate per via delle sue numerose irregolarità (glitch) nella rotazione.

La Nebulosa delle Vele e i suoi enigmi

Attualmente, gli scienziati stanno indagando l’aspetto dei resti di questa supernova per riuscire a capire quanto le onde d’urto generate ai tempi dell’esplosione abbiano viaggiato verso l’esterno e quanto e come siano riuscite a comprimere i gas che caratterizzavano la stella che è poi deflagrata. Non solo: la Nebulosa delle Vele si trova anche vicina a un altro residuo di supernova (la Nebulosa di Gum).

Proprio questa vicinanza ha fatto ipotizzare che esista un legame fisico fra i due residui e che questo legame le abbia rese ciò che sono oggi. Lo scatto del VLT Survey Telescope diventa, dunque un (nuovo)  punto di partenza per scoprire di più. E chi sa che gli enigmi della Nebulosa non vengano finalmente svelati.