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Cosa sappiamo della malattia mortale trasmessa dalle zanzare che minaccia i merli

Una malattia mortale dalle zanzare sta colpendo i merli in Gran Bretagna: la diffusione del virus Usutu è legata ai cambiamenti climatici.

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Una nuova minaccia sta mettendo a repentaglio la vita dei merli. Si tratta del virus Usutu trasmesso dalle zanzare che, dopo essere approdato in Gran Bretagna nel 2020, si sta diffondendo rapidamente, allarmando gli scienziati sui rischi per gli uccelli selvatici. Dati recenti indicano che, in soli cinque anni, il virus si è propagato in gran parte dell’Inghilterra meridionale diventando, di fatto, uno dei principali fattori di calo nelle popolazioni di questi animali.

Cosa sappiamo del virus Usutu

Identificato per la prima volta più di mezzo secolo fa nei pressi del fiume Usutu, in Africa meridionale, il virus ha viaggiato fino all’Europa. Ha impiegato circa tre decenni e, alla fine, è stato rilevato in Gran Bretagna nel 2020.

Fin qui nulla di preoccupante, se non fosse per i dati raccolti dagli scienziati dell’APHA (Agenzia per la Salute degli Animali e delle Piante) di Weybridge, nel Surrey. Qui hanno monitorato negli anni le malattie trasmesse dalle zanzare agli uccelli selvatici e in particolare il virus Usutu sembra aver danneggiato profondamente la specie Turdus merula, ovvero il merlo.

Il dottor Arran Folly dell’APHA ha espresso preoccupazione per la sua diffusione: “Abbiamo visto che il virus si è diffuso più di quanto pensassimo e continua a persistere”, ha affermato, come riporta la BBC. L’arrivo dell’Usutu non ha fatto altro che confermare i timori che il cambiamento climatico stia trasformando l’Europa in un terreno fertile per questi insetti vettori. Estati più lunghe, temperature più elevate e piogge intense stanno creando le condizioni ideali per la proliferazione delle zanzare e la loro espansione in aree precedentemente inospitali.

Un esempio lampante è il caso della Grande Londra (una delle due contee cerimoniali di Londra) dove, dopo l’ondata di calore estiva del 2020, l’Usutu è stato rilevato in diversi merli, proprio mentre la popolazione subiva un drastico calo (si parla del 40%). Un campanello d’allarme significativo.

La minaccia crescente e le strategie di conservazione

Fortunatamenteil virus Usutu per l’uomo è considerato generalmente a basso rischio, con rari casi umani segnalati nel Regno Unito e nel resto d’Europa. Casi in cui, comunque, si parla di sintomi che vanno da lievi (come quelli influenzali) a molto gravi (come encefalite e meningoencefalite).

Il focus resta sugli uccelli selvatici, almeno per il momento. Popolazioni messe ancor più a rischio dalla malattia, oltre che da pressioni ambientali come la perdita di habitat, i cambiamenti climatici o l’utilizzo di pesticidi. La vulnerabilità specifica dei merli a questo virus rende la situazione particolarmente critica per una specie così amata e diffusa nei giardini britannici e in tutta Europa.

Gli scienziati dell’APHA stanno collaborando col British Trust for Ornithology (BTO) non solo per comprendere meglio la portata dei rischi e nella raccolta di dati, ma anche per sensibilizzare i cittadini, lanciando un appello ai volontari: contare i merli nei propri giardini durante i mesi estivi. Un’iniziativa fondamentale per monitorare gli spostamenti di questi esemplari, valutando così il reale impatto del virus Usutu su di essi.

Come ha sottolineato Lucy Love, ambasciatrice del BTO per l’osservazione degli uccelli nei giardini, i merli sono “uccelli bellissimi, intelligenti, amichevoli e hanno un canto meraviglioso, con una melodia deliziosa”. Il messaggio è chiaro: “Non possiamo perderli: sono una parte vitale del nostro ecosistema“.