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SCIENZA

Una strana supernova sta ossessionando gli scienziati: mai vista una luce così

Come uno spettacolo pirotecnico, come un gioco di luci artificiale: un'esplosione colorata nel cielo ha lasciato a bocca aperta gli scienziati, per la sua particolarità e per la sua unicità

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Colori, luci, scintille e sfumature talmente accese da sembrare quasi artificiali: chi studia il cielo sa benissimo che ogni osservazione potrebbe riservare delle immense sorprese, ma di recente è accaduto qualcosa di davvero spettacolare. A notare lo strano evento astronomico è stato un professore del Dartmouth College, che catturato delle immagini telescopiche mai viste prime.

Nello specifico, il professor Robert Fesen, docente di fisica e astronomia, è riuscito a immortalare un’esplosione simile a un fuoco d’artificio, che a un primo sguardo sembra partire da un nucleo e diramarsi in luminosi filamenti, circondandosi al contempo di scintille accecanti. Ma di cosa si trattava, davvero?

La strana esplosione e l’evento astronomico raro

Spiegarlo non è semplice: cercando di essere il più possibile sintetici, ciò che si è parato davanti agli occhi del professor Fesen era un residuo di supernova, ma con delle anomalie che lo rendono unico nel suo genere. Sì, perché quando avviene la morte di una stella e s’innesca la trasformazione in supernova, generalmente il corpo celeste espelle polvere e gas in modo caotico e stravolgente.

In questo caso, invece, il residuo sembra essere perfettamente organizzato, con l’ordinata partenza dal centro di una nebulosa planetaria (chiamata Pa30), densa di zolfo e argon. Questa esplosione così “disciplinata” è un evento astronomico rarissimo e persino la sua stessa presenza è fuori dall’ordinario: le nebulose planetarie, infatti, non producono molte onde radio o raggi X e generalmente non comprendono stelle di neutroni in grado di morire in questo modo.

La supernova vissuta 850 anni fa

Tuttavia, la strana esplosione era lì, è stata catturata: la sua esistenza e la sua potenza sono indiscutibili. Per questo, Fesen ha coordinato un team di astronomi e astrofisici, per poter meglio comprendere i suoi misteri. Nonostante gli studi siano ancora in corso, la squadra di Fesen ha dedotto che in realtà al centro dell’esplosione ci sia SN1181, una supernova che ha concluso il suo ciclo vitale ben 850 anni fa. In sostanza, dunque, l’esplosione vista oggi non è altro che la testimonianza della fine lontanissima nel tempo di questo corpo celeste.

«Non ho mai visto nessun corpo celeste né alcuna scia relativa a delle supernove che assomigli a questo fenomeno. Mai, in tanti anni di studi sulla Via Lattea – ha detto il professor Fesen – ed è proprio per questo che posso dire con certezza che ci troviamo di fronte a una parte ancora inesplorata dell’argomento supernove, che fino ad ora potevano indagare solo sulla base di modelli teorici ed esempi in galassie lontane».

Le conseguenze dell’esplosione avvenuta 850 anni fa, infatti, potrebbero aiutare gli scienziati a comprendere meglio questo tipo di evento astronomico e potrebbero restituirci uno spaccato dei cambiamenti più sostanziali della volta celeste nell’ultimo millennio.

Le caratteristiche dell’esplosione

Non è tutto qui, per altro. Le caratteristiche fisiche e chimiche dell’esplosione, secondo Fesen, corrisponderebbero a ciò che succede quando due nane bianche collidono. Tuttavia, la fusione di nane bianche è ancora un argomento da comprendere a fondo, perché finora è stata correlata solo a una sottoclasse di eventi legati supernove, chiamati Iax, in cui la stella non si distrugge del tutto. Invece, l’ordine dell’esplosione e le dimensioni della nebulosa Pa 30 lasciano intendere che non ci sia più traccia di SN1181.

Questo apre nuovi interrogativi, più generali, proprio sulla nebulosa: il team di Fesen sta attualmente indagando sulla sua composizione chimica e su come la stella centrale, se è vero che si tratta di SN1181, possa aver influito sulla sua storia e sul suo aspetto.

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