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Google ha comprato Fitbit: come verranno utilizzati i dati

Cosa cambia con l'acquisizione di Fitbit da parte di Google e come verranno usati i dati raccolti dai fitness tracker e dalle bilance.

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google fitbit Fonte foto: satyrenko - stock.adobe.com

Google ha acquistato Fitbit, tra le principali aziende completamente dedicate al mondo degli indossabili per il fitness. L’acquisto è adesso valido a tutti gli effetti, dopo la lunga trafila burocratica prevista dalla normativa di regolamentazione del mercato americana, necessaria per operazioni di questo calibro. L’acquisto, infatti, è stato fatto con una valutazione per Fitbit pari a 2,1 miliardi di dollari e adesso l’azienda è diventata parte del colosso di Mountain View, portando con sé non poche preoccupazioni per la privacy dei dati degli utenti.

Nata nel 2007, Fitbit ha sempre impiegato il suo know-how nella realizzazione di wearable dedicati al mondo dello sport e del fitness e di bilance intelligenti e connesse. Con oltre 120 milioni di dispositivi venduti in oltre 100 paesi, l’azienda fondata da James Park ed Eric Friedman è diventata ufficialmente parte della famiglia Google a distanza di poco più di un anno dalla manifestazione d’interesse da parte del colosso di Mountain View, avvenuta nel novembre 2019. Se questo può, almeno in parte, andare a significare un passo avanti in fatto di progresso tecnologico, in particolare per i dispositivi a marchio Big G, non ha mancato di sollevare qualche dubbio tra gli utenti, soprattutto in fatto di sicurezza dei dati personali.

Fitbit, quali sono i dati degli utenti raccolti da Google

Con l’acquisizione di Fitbit, Google si è assicurato l’accesso ad alcuni importantissimi dati dei milioni di utenti che quotidianamente utilizzano i dispositivi durante l’attività sportiva ma anche a riposo. Non solo il numero di passi quotidiani o di calorie bruciate, ma anche informazioni dettagliate sullo stato di salute attraverso il monitoraggio dell’attività cardiaca, del sonno o dello stress. Questi dati possono essere incrociati, se l’utente ha anche una bilancia Fitbit, con il peso e la percentuale di massa grassa e magra. E’ chiaro che, se una azienda sa quanto pesiamo, quanto siamo grassi e quanto ci muoviamo ha gioco facile a intuire se abbiamo (o potremo avere) problemi di salute. Anche gravi.

Dai dati alla pubblicità?

In molti si sono chiesti, già dal momento dell’apertura delle trattative, se queste informazioni fossero destinate ad entrare a far parte del profilo pubblicitario degli utenti Google. Già nel 2019 la questione aveva creato scalpore, tanto da scatenare un’indagine da parte della Commissione Europea sfociata in un accordo della durata di 10 anni, estendibile per un ulteriore lasso di tempo della stessa durata.

Il dubbio, legittimo, era che le informazioni sullo stato di salute dell’utente si potessero trasformare in pubblicità. E se un utente è obeso la pubblicità potrebbe riguardare di tutto: dagli integratori alimentari per dimagrire, ai farmaci per dimagrire, ai cibi dietetici. O, perché no, la pubblicità potrebbe riguardare anche i cibi spazzatura che tanto già piacciono all’utente e che tanto altro male potrebbero fare alla sua salute.

Google e la privacy degli utenti, come verranno utilizzati i dati

Secondo l’accordo, Google non potrà utilizzare i dati di Fitbit per scopi pubblicitari, a differenza degli altri dati acquisiti attraverso la navigazione in rete o l’utilizzo di altre tipologie di device mentre si è loggati con il proprio account Google. Inoltre, tutte le informazioni che verranno raccolte dagli indossabili dovranno essere conservati separatamente rispetto all’ID pubblicità dell’utente, proprio alla luce dell’importanza ricoperta da questa tipologia di dato sensibile.

Inoltre, per garantire la concorrenza di mercato più che questioni strettamente legate alla privacy, Google è tenuta a consentire agli utenti Fitbit l’accesso alle API ai servizi di terze parti. In questo modo, sarà ancora possibile utilizzare le proprie applicazioni preferite per il monitoraggio dell’attività fisica e della salute.

Nonostante l’accordo sia nato espressamente per garantire l’adeguamento alla normativa sulla privacy in vigore sul territorio della Comunità Europea, tali provvedimenti saranno implementati a livello globale. A confermarlo è stato Rick Osterloh, Google Senior Vice President of Devices & Services.

Google e la privacy degli utenti, il messaggio del CEO di Fitbit

Per placare gli animi è intervenuto anche James Park, CEO e fondatore di Fitbit, attraverso un messaggio sul blog ufficiale dell’azienda. “La fiducia dei nostri utenti rimarrà un aspetto fondamentale, e continueremo a mettere al primo posto la privacy e la sicurezza dei dati, garantendoti il controllo completo sui tuoi dati e la massima trasparenza su quali raccogliamo e perché. Google – ha proseguito Park – continuerà a proteggere la privacy degli utenti Fitbit e ha assunto una serie di impegni vincolanti con le autorità mondiali di regolamentazione, confermando che i dati relativi alla salute e al benessere degli utenti Fitbit non saranno utilizzati per gli annunci di Google e che verranno tenuti separati dagli altri dati degli utenti di Google“.