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Perché la grandine diventerà più grande e violenta: prepariamoci al fenomeno dei "chicchi giganti"

Il legame tra il cambiamento climatico e alcuni fenomeni metereologici come la grandine: in futuro dobbiamo aspettarci chicchi sempre più grandi?

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Quando arriva un temporale, sempre più spesso porta con sé chicchi di grandine da record. Grandi come palline da tennis, possono creare danni diffusi: dalle coltivazioni alle auto, fino agli oggetti lasciati all’aperto.

Il mondo scientifico s’interroga e sembrerebbe aver individuato un “colpevole”, ormai celebre, dietro le frequenti tempeste di grandine: si tratterebbe del cambiamento climatico. Cosa aspettarsi?

Grandine gigante: le cause

Nel 2024 in Italia sono caduti chicchi di grandine dalle dimensioni spropositate: per poco non hanno sfiorato il record mondiale del 2010, quando in South Dakota è precipitato dal cielo un chicco di grandine di 20,3 cm, cioè grande come una palla da bowling, stando ai rilevamenti del National Weather Service.

Anche se appare un controsenso, la causa di queste stranezze meteorologiche sarebbe proprio il riscaldamento globale: gli esperti prevedono un aumento delle tempeste di grandine dannose.

Katja Friedrich, scienziata dell’atmosfera presso l’Università del Colorado Boulder, ha analizzato gli “ingredienti” che costituiscono i temporali con grandine: sono presenti forti correnti ascensionali, con folate calde che alimentano la tempesta, atmosfera instabile, costituita da strati di aria fredda e secca frapposti a quelli di aria calda e umida, e abbondante presenza di vapore acqueo. Le temperature mediamente più elevate in corrispondenza della superficie terrestre, quindi, alimentano tutti questi fattori.

Victor Gensini, della Northern Illinois University, si sofferma proprio sulle correnti ascensionali come eventi cruciali per la formazione dei chicchi di grandine. Essi nascono come minuscole particelle di ghiaccio, chiamate “embrioni” dai ricercatori.

Successivamente, una corrente ascensionale solleva tali elementi per diverse miglia dal suolo, fin dove incontrano acqua fredda, a temperature inferiori allo zero. Questi liquidi si sono ghiacciati talmente in fretta da non aver avuto il tempo di cristallizzarsi, quindi si attaccano a qualsiasi embrione di grandine che passa.

Gli embrioni, inizialmente, diventano palline di ghiaccio morbido dette “graupel“, come afferma la scienziata dell’atmosfera presso l’Università dell’Illinois Sonia Lasher-Trapp. A questo punto, se le correnti ascensionali sono abbastanza forti e costanti, il graupel aumenta le proprie dimensioni e si addensa. Alla fine, però, l’aria finisce per non essere più in grado di sostenere il peso del ghiaccio: allora cade a terra sotto forma di grandine.

Lasher-Trapp spiega che le dinamiche con cui si svolge il processo di formazione della grandine possono essere molto articolate, tanto da rendere imprevedibile capire in anticipo la grandezza dei chicchi che cadranno durante un temporale.

Cosa aspettarsi nel futuro

Finora, la grandine con i chicchi più grossi è sempre caduta nelle aree centrali e settentrionali dell’Argentina, nella Pampa e nelle Grandi Pianure degli Stati Uniti. Il motivo? Puramente geografico: la Pampa, insieme al Golfo del Messico, riceve forte umidità dalla foresta pluviale amazzonica e aria calda e secca dalle Montagne Rocciose e dalle Ande. Le tempeste s’innescano quando l’aria che “viaggia” sopra le catene montuose sale e diventa secca.

Harold Brooks, ricercatore senior presso il National Severe Storm Laboratory della National Oceanic and Atmospheric Administration, riscontra un modello similare a quello argentino anche nella nostra Pianura Padana quando i venti soffiano sulle Alpi da nord-ovest e colpiscono masse d’aria più calde e umide provenienti dal Mare Adriatico.

Tuttavia, con il cambiamento climatico, questo tipo di fenomeni potrebbe tendere a essere sempre meno circoscritto.

Le osservazioni e i modelli portano all’aspettativa generale per cui la frequenza delle grandinate aumenterà in Australia ed Europa, ma diminuirà nell’Asia orientale e nel Nord America. Per quanto riguarda la gravità delle precipitazioni di grandine, probabilmente subirà un incremento nella maggior parte delle regioni. Tuttavia, questi cambiamenti previsti mostrano una marcata variabilità spaziale e temporale.

A causa della scarsità delle indagini a lungo termine, della comprensione incompleta del processo e dei limitati studi di modellazione disponibili, gli effetti attuali e futuri dei cambiamenti climatici sulle tempeste di grandine rimangono altamente incerti.

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