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Il Cashback non è a rischio ma i furbetti sì

Il nuovo Governo inizia a prendere posizione sui furbetti del Cashback: le parole della viceministra dell'Economia Castelli, e la sottosegretaria Guerra.

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Prime dichiarazioni sul Cashback da parte degli esponenti del nuovo Governo Draghi, seppur dalle seconde file: sul tema e soprattutto sugli ormai famosi “furbetti del Cashback” si sono pronunciate la viceministra dell’Economia, Laura Castelli, e la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra. Da quel che hanno detto sembra proprio che il Cashback non verrà eliminato, ma arriverà la stretta anti furbetti.

I problemi principali sono due (oltre al terzo, tutto politico, relativo alle polemiche su quanto sia utile impegnare ingenti risorse nell’iniziativa): il primo è che i furbetti sono del tutto in regola, perché fatto salvo il POS da divano che è decisamente al limite non fanno nulla che non sia previsto nella normativa che ha dato vita al Cashback di Stato; il secondo è che scovarli è difficile, perché le transazioni da analizzare sono una montagna e trovare quelle sospette è come cercare un ago in un pagliaio. Ma qualcosa va fatto, almeno per dare un segnale, e qualcosa si farà se è vero quanto detto dalle due esponenti del nuovo Governo.

Cashback: la posizione del Governo

Questo Governo ha ereditato il Cashback, e soprattutto le sue regole, da quello precedente. Ma la viceministra Laura Castelli sembra condividerne la finalità, cioè stimolare l’uso dei pagamenti elettronici al posto di quelli in contanti. A Radio 24 la Castelli, riferendosi proprio al Cashback, ha infatti spiegato che “Nessuno parla di farlo saltare“. Il Cashback, quindi, non verrà cancellato per colpa dei furbetti.

Cosa fare, però, dei furbetti e come fermarli? Ha risposto la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra durante il question time in commissione Finanze, spiegando che l’onere del controllo spetta a PagoPA, che si è già messa all’opera: “E’ in atto una costante attività di monitoraggio da parte di Pago PA al fine di individuare e verificare le operazioni anomale“.

Sempre la Guerra ha anche spiegato che le transazioni sospette possono “essere passibili di esclusione dall’ambito di applicazione del programma“. L’esclusione, però, riguarderebbe le transazioni e non gli utenti furbetti: per quanto dichiarato al momento dalla sottosegretaria, quindi, la cosa più probabile è che chi ha fatto microtransazioni a ripetizione se le veda defalcate dall’app IO da un giorno all’altro.

Ma non c’è ancora nulla di deciso e la Guerra ha detto anche che “Sono attualmente all’esame diverse soluzioni alla luce del monitoraggi, saranno analizzate le risultanze emerse anche al fine di valutare eventuali modifiche da apportare al programma stesso“. Le regole del Cashback, quindi, potrebbero cambiare.

200 milioni di transazioni

Per capire il tipo di lavoro che sta facendo in questi giorni PagoPA, e quanto sia difficile scovare i furbetti del Cashback, basta guardare i numeri ufficiali: contando solo le transazioni del primo semestre e non anche quelle del Cashback di Natale (per il quale sono da pochi giorni arrivati i rimborsi), si tratta di 199,9 milioni di operazioni processate, effettuate da 6,68 milioni di utenti.

L’85% di queste transazioni hanno un importo compreso tra 1 e 49 euro, quindi sono potenzialmente “micro“. L’unico modo per scovare i furbetti, quindi, è applicare a questa enorme mole di dati filtri e algoritmi in modo da provare a scremare le transazioni fatte solo per scalare la classifica del Cashback.

Ma c’è un limite: la privacy. Ad essere registrati, infatti, sono solo i dati relativi all’utente iscritto al programma, all’importo della transazione, all’esercizio commerciale, circuito di pagamento usato e data e ora. Non si può sapere cosa è stato comprato in quella transazione. Se questo non è un problema nell’analisi dei dati provenienti dai rifornimenti di benzina (al self si vende solo carburante), diverso è il caso delle microtransazioni fatte in negozio.

Nel primo caso il frazionamento dell’acquisto (cioè del rifornimento di benzina) è evidente, nel secondo è tutto da dimostrare.