Libero
SCIENZA

Un lampo esplosivo rivelato nel cielo: ma cosa è successo?

L'agenzia spaziale ESA ha pubblicato un'immagine incredibile di un lampo di raggi gamma, un'esplosione avvenuta nella costellazione della Freccia

Pubblicato:

I raggi Beta hanno reso immortale il capolavoro cinematografico “Blade Runner” con il suo celebre monologo finale, ma nello spazio se ne possono ammirare molti altri e ugualmente affascinanti. È il caso dei raggi gamma, di cui è stato mostrato un incredibile lampo esplosivo in alcuni scatti resi pubblici dall’agenzia spaziale europea ESA.

Come sottolineato dagli stessi scienziati, il fenomeno si è verificato quasi due mesi fa. Era il 9 ottobre scorso e il segnale è stato captato in maniera indiscutibile da tantissimi osservatori. Volendo essere ancora più precisi, l’esplosione è avvenuta nella costellazione della Freccia, la terza più piccola in assoluto di tutto l’Universo.

I raggi gamma e l’antichissima esplosione

Il lampo di raggi gamma non è stato altro che una deflagrazione caratterizzata da un quantitativo impressionante di energia. Il segnale appena menzionato è stato anche ribattezzato dagli astronomi con un nome piuttosto complicato, vale a dire GRB 221009A. L’evento iniziale ha avuto luogo poco meno di 2 miliardi di anni fa e dovrebbe indicare con tutta probabilità la nascita di un buco nero. Ecco perché c’è una certa fibrillazione in capo all’ESA, ma non soltanto in questa agenzia spaziale. I raggi di cui si sta parlando sono sostanzialmente l’eco di quanto accaduto in passato, un fenomeno catturato con grande dovizia di dettagli dal telescopio per raggi X noto come XMM-Newton.

Come funziona questo dispositivo? Il suo debutto risale al 1999 ed è il più grande satellite scientifico che sia mai stato costruito nel continente europeo: può essere sfruttato per i motivi più diversi, visto che riesce a osservare da vicino i fotoni X con quantitativi molto alti di energia. Nel caso dei raggi gamma, si è notata la polvere interstellare che è andata a formare una serie di anelli, uno spettacolo a dir poco affascinante. C’è comunque da dire che gli scienziati sono rimasti inizialmente spiazzati dall’esplosione, anche perché il segnale rilevato è stato definito come anomalo.

Le missioni spaziali che hanno notato i raggi gamma

Diverse missioni spaziali si sono accorte dell’evento avvenuto nella costellazione della Freccia. In particolare, è stato impossibile che il satellite Solar Orbiter non si facesse ammaliare dall’esplosione, come anche la BepiColombo (progettata per esplorare il pianeta Mercurio). Proprio quest’ultima missione ha misurato con cura i raggi gamma della deflagrazione piena di energia, una serie di informazioni preziose che ora dovranno essere esaminate con la massima attenzione. La caratteristica tipica di questi raggi è quella della lunghezza d’onda, molto più corta rispetto a quella dei raggi X e in grado di sprigionare parecchia energia fotonica.

Sono delle radiazioni molto pericolose per l’uomo, come d’altronde ogni radiazione ionizzante. Il pericolo principale è rappresentato dalla capacità delle onde energetiche di danneggiare in maniera irrimediabile le molecole che compongono le nostre cellule, con conseguenti mutazioni genetiche. Raramente questi stessi raggi si possono notare nei fulmini che ne producono comunque una piccola quantità. Più frequente è la loro comparsa quando i raggi cosmici vanno a interagire con l’atmosfera. Grazie al lampo di due mesi fa, gli astronomi potranno continuare a studiarli e l’obiettivo è quello di avere informazioni in merito che siano più accurate di quelle attuali.