Un raro avvistamento in Piemonte: riapparso esemplare di lince dopo un secolo
Avvistamento rarissimo di una lince in Piemonte, dopo più di un secolo. Ecco perchè è considerata estinta in Italia e cosa si sta facendo per il suo ritorno
Un avvistamento che ha dello straordinario, quello della lince ammirata all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso. Per capire il motivo di tanto clamore, decisamente giustificato, basti ricordare come questo animale fosse stato dichiarato estinto in Italia agli inizi del 1900.
Una nuova lince in Italia
È davvero straordinario l’avvistamento avvenuto in Italia. Nuovamente una lince nel nostro territorio, precisamente nei confini del Parco Nazionale del Gran Sasso. Aspetto elegante, pelo lungo e morbido, con tipiche orecchie dritte, caratterizzate da sparuti ciuffetti di peli sulle punte.
Particolarmente schivo, è molto difficile da avvistare. Il Parco ha sottolineato come, con ogni probabilità, si tratti di un esemplare in dispersione. Un termine con il quale si indica un animale alla ricerca di nuovi territori. Allo stato attuale si è deciso di tutelare l’esemplare, non rivelando l’esatto luogo dell’avvistamento. In questo modo si eviteranno problematiche nel processo di verifica della sua effettiva presenza.
L’ultimo avvistamento risale al 1916, dunque poco più di un secolo fa. Quest’ultimo, che ha dell’incredibile, è merito di un vero e proprio colpo di fortuna. L’immagine è stata infatti scattata non da un essere umano, magari un fotografo professionista ben appostato, bensì da una fototrappola.
Perché la lince è estinta
Non è esattamente vero che la lince sia estinta in Italia, anche se statisticamente parlando lo è. In termini di rappresentanza di specie, infatti, gli esemplari presenti nell’intero territorio nostrano sono circa 4-5. Lo ha sottolineato Mauro Bon, responsabile Ricerca e divulgazione scientifica del Museo di Storia naturale Giancarlo Ligabue di Venezia.
Un numero davvero esiguo, che non consente di far prevedere una prosecuzione della specie nel Paese. Il motivo della sparizione è presto detto: bracconaggio. Anche per questa ragione si è scelto di non rivelare l’esatta posizione dell’avvistamento, così da non porre in pericolo il rarissimo esemplare.
Per quanto i bracconieri abbiano giocato il loro ruolo chiave, è bene sottolineare però come non siano l’unica causa di questa sparizione. Bon si è così espresso: “Si è trattato di un insieme di fattori, come anche problemi ambientali e presenza dell’uomo nel suo habitat. Sono recentemente è ricomparsa con esemplari, come quello sul Gran Paradiso, che probabilmente provengono da Svizzera e Slovenia”.
In tempi recenti un esemplare è stato avvistato anche in Valle d’Aosta, stando alle segnalazioni del Corpo Forestale. Sono differenti i progetti in atto per il reinserimento di questo maestoso animale, in atto in Svizzera, Slovenia e Austria a partire dagli anni ’70. In Italia i primi avvistamenti risalgono agli anni ’80 e si tratta proprio di esemplari provenienti da nuclei numerosi provenienti da Slovenia e Svizzera.
Al fine di ripopolare la specie nel nostro Paese, è stato lanciato il progetto Urgent Lynx Conservation Action. Un’azione coordinata da Carabinieri Forestali, Regione Friuli e WWF. Lo scorso giugno è stato effettato il rilascio di 5 esemplari provenienti dal cantone Giura in Svizzera, dai Carpazi in Romania e dalla Croazia. Rilasciati nella foresta di Tarvisio, in provinci adi Udine. Dotati di collare GPS, al fine d’essere monitorati e studiati. La speranza è ovviamente quella di poter rivedere sempre più linci in Italia e magari anche dei cuccioli.