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Una luce abbagliante nel cielo, questo avvistamento non ha precedenti

La nebulosa del vento pulsar è stata studiata a fondo e con dovizia di particolari grazie all'ultima immagine del telescopio IXPE

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Pulsar e nebulosa Fonte foto: NASA

La Costellazione della Vela può vantare la presenza della stella di Wolf-Rayet, la più appariscente in assoluto di tutta la volta celeste. È proprio in questa zona dell’Universo che è stata avvistata quella che è nota come nebulosa del vento pulsar. Per capire di cosa si tratta bisogna ritornare indietro di moltissimo tempo.

Circa 10mila anni fa, la luce emessa dall’esplosione di una stella di grosse dimensioni in questa costellazione raggiunse il nostro pianeta. All’interno della supernova era nascosta una pulsar per l’appunto, con un vento caotico di particelle cariche a circondare il tutto. Una nuova immagine della NASA ha permesso di approfondire meglio questo fenomeno.

La polarizzazione della nebulosa del vento pulsar

Il telescopio a raggi X IXPE dell’agenzia spaziale americana e dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) ha consentito una visione migliore della nebulosa del vento pulsar. Si è scoperto, in particolare, come questo agglomerato stellare sia caratterizzato da un grado molto alto di polarizzazione, vale a dire da campi magnetici ordinati. Non è affatto una scoperta di poco conto, anzi ora c’è la certezza dello svolgimento in corso di processi diversi di accelerazione delle particelle cariche. I dati sono stati esaminati con cura da un team internazionale di ricercatori e il fenomeno cosmico è stato interpretato come mai era avvenuto prima.

Bisogna ricordare come le pulsar siano sostanzialmente una classe specifica di stelle di neutroni, più precisamente la parte finale della loro vita. La compattezza e la velocità di rotazione decisamente elevata sono le due caratteristiche principali, senza dimenticare i già citati campi magnetici. Il mix di caratteristiche provoca una emissione di radiazione pulsata e la successiva interazione con altro materiale stellare non fa altro che dar vita a una nebulosa di vento pulsar. Le particelle cariche rimangono intrappolate per qualche tempo prima di essere rilasciate. Il nuovo studio ha preso in esame una pulsar ben precisa, la Vela.

La pulsar Vela

Quest’ultima si trova a mille anni luce dalla Terra, con un diametro di 25 chilometri e 11 rotazioni ogni secondo. Le immagini diffuse dall’IXPE hanno consentito di notare un alone di colore azzurro: non è altro che la polarizzazione dei raggi X, mentre la linea blu più sfocata nella parte superiore destra è un getto di particelle ad alta energia. Non mancano nemmeno alcuni archi di raggi X di tonalità rosacea, più precisamente i confini delle regioni stellari in cui il vento della pulsar riesce a far accelerare le particelle. Quale obiettivo si intende raggiungere con questi studi così approfonditi?

Come sottolineato da Phil Kaaret, ricercatore presso il Marshall Space Flight Center, la nebulosa del vento pulsar sarà una sorta di laboratorio per venire a capo dei principali dilemmi legati all’astrofisica. La domanda a cui preme dare maggiormente risposta è quella relativa all’accelerazione delle particelle dopo l’esplosione di una stella, visto che non è chiaro quale sia la modalità esatta. IXPE sarà sfruttato ancora a lungo da questo punto di vista, soprattutto per la sua capacità di mappare il cosmo con una risoluzione senza precedenti. Il telescopio può fare molto per rendere meno oscuro l’Universo e quello che lo circonda.