Libero
SCIENZA

Marte, c'è vita o no? Di sicuro ci sono i terremoti

Le tracce lasciate dal rotolamento di alcune rocce portano a una conclusione interessante: non sappiamo se su Marte c'è vita, ma ci sono i terremoti

Pubblicato:

Marte, c'è vita o no? Di sicuro ci sono i terremoti Fonte foto: iStock

Le missioni su Marte, negli anni, si sono moltiplicate. Ora sul Pianeta Rosso ci sono parecchi rover di diverse agenzie spaziali. La grande domanda è sempre la stessa: è possibile che ci sia vita su Marte?

Ma se una risposta a questa domanda sembra difficile da trovare – anche se ci sono indizi che ci fanno ben sperare – nel frattempo gli scienziati hanno risposto a moltissime altre domande, o chiarito tantissimi dubbi sul nostro vicino di casa. Per esempio, ora sappiamo che su Marte ci sono i terremoti.

I terremoti su Marte

Gli scienziati hanno iniziato a interrogarsi sull’argomento quando hanno visto le “pietre rotolanti”, che lasciano dietro di sé una traccia rossastra a spina di pesce.

Un fenomeno che è già stato osservato sulla Luna e su una cometa. Ma c’è una grande domanda: sono avvenimenti accaduti nel passato o stanno accadendo anche ora? Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters, le tracce lasciate dalle pietre rotolanti sono un indizio di una recente attività sismica su Marte.

Una teoria eccitante, perché smentisce una delle idee più radicate che avevamo di Marte, che fosse un pianeta freddo e morto, senza alcuna attività. Infatti la maggior parte delle rocce e delle tracce che lasciano sono concentrate in una regione del pianeta che si chiama Fossa di Cerbero ed è molto predisposta all’attività sismica. Sono masse di roccia sotterranea gigantesca, che creano sollecitazioni su tutta la crosta di Marte.

La ricerca degli scienziati

Per arrivare a questa conclusione un team di scienziati del Physical Research Laboratory a Ahmedabad, in India, ha esaminato migliaia di immagini scattate nella zona equatoriale del Pianeta Rosso dal rover della NASA Mars Reconnaissance Orbiter. Questo rover ha montata a bordo una fotocamera HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment), che ha scattato decine di migliaia di foto tra il 2006 e il 2020, e le ha poi mandate verso la Terra.

Grazie a queste fotografie ad alta risoluzione, gli scienziati a terra hanno potuto osservare dettagli molto piccoli, fino a 20 centimetri. In questo modo hanno potuto individuare ogni singolo rimbalzo fatto da ogni roccia rotolante.

Il team ha cercato e tracciato manualmente le catene di rimbalzi, che spesso si sovrapponevamo le une alle altre. Particolare attenzione hanno dedicato a quelle sulle pareti inclinate dei crateri della superficie di Marte che potrebbero essere dovuti a un impatto. Hanno individuato 4500 tracce di massi, alcune che si estendevano per più di due chilometri.

A volte le tracce cambiano improvvisamente direzione, altre volte da una traccia se ne diramano due. Secondo i ricercatori del Physical Research Laboratory questo è probabilmente un indizio che la roccia che stava rimbalzando si è disintegrata, e i singoli pezzi hanno continuato a rotolare ognuno nella sua direzione.

Più o meno un terzo delle tracce studiate erano assenti nei primi scatti, quelli del 2006, quindi vuol dire che il rotolamento di quelle rocce deve essere iniziato a partire da allora. Tutte le tracce più nuove sono circondate da mucchietti di regolite, che viene sparato in avanti e di lato ogni volta che un masso colpisce la superficie del pianeta. Ed è un materiale che poi scompare: rimane intorno alla traccia da quattro a otto anni, poi viene ridistribuito sul pianeta dai venti che spazzano in continuazione Marte.