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SCIENZA

Il punto più profondo del Mediterraneo è anche il più inquinato, Calipso è un cimitero di rifiuti

Nessun luogo è privo di inquinamento. Anche l'abisso Calipso, il punto più profondo del Mediterraneo, è stato sporcato dall'uomo: ecco cosa è stato trovato

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Un team di scienziati ha esplorato l’abisso più profondo del Mediterraneo. Si trova nel Mar Ionio, nel cuore della Fossa Ellenica. Quanto rilevato ha generato un comprensibile allarme: l’inquinamento umano ha raggiunto anche quest’area.

Inquinamento negli abissi del Mediterraneo

Un team di scienziati ha condotto un esperimento nell’abisso di Calipso, il punto più profondo del Mar Mediterraneo. È situato a più di 5mila metri sotto il livello del mare ma, nonostante ciò, presenta plastica, metallo, carta, vetro e altri rifiuti provenienti dal mondo umano.

Siamo riusciti a inquinare anche un luogo tanto remoto, dunque. Ennesima prova di quanto l’inquinamento da plastica sia ormai globale. Non esistono luoghi incontaminati sulla Terra. Ogni esperimento in materia ha condotto alla stessa risposta. Lo dimostra una ricerca del 2019, che ha evidenziato la presenza di rifiuti in plastica nell’abisso Challenger, ovvero il punto più profondo della Fossa delle Marianne, nell’Oceano Pacifico, a 10.900 metri di profondità.

Lo stesso vale per le vette più alte, al di fuori del mare, flagellate dal dramma dei rifiuti non soltanto a causa degli incivili ma anche dei cicli atmosferici, che scaraventano microplastiche ovunque.

L’esperimento

A condurre l’esperimento nell’abisso Calipso è stato un team di ricerca internazionale, guidato da scienziati del Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea di Roma, dell’Istituto francese di ricerca per lo sfruttamento del mare, della Facoltà di Scienze della Terra dell’Università di Barcellona e della società Caladan Oceanic di Dallas.

Tutti loro hanno collaborato con colleghi di diversi istituti, a evidenziare la portata di questo lavoro incredibile. Sotto la coordinazione di Georg Hane, Victor Vescovo e François Galgani, hanno raggiunto il punto più profondo del Mar Mediterraneo. Il tutto sfruttando un sottomarino a due posti, noto come Limiting Factor.

Viaggio nel Mar Ionio, come detto, a 60 km circa dalla costa del Peloponneso, nel cuore della Fossa Ellenica. Le telecamere del sottomarino hanno consentito ai ricercatori di identificare 167 oggetti differenti. Spazio anche a rifiuti gettati dalle imbarcazioni, così come altri chiaramente trascinati lì dalle correnti.

Ecco le parole del coautore dello studio Miquel Canals: “Abbiamo ottenuto prove dello scarico di sacchi colmi di rifiuti dalle imbarcazioni. Lo rivela l’accumulo di spazzatura di diversa natura seguito da un solco quasi rettilineo. Per quanto riguarda il Mediterraneo, purtroppo, non sarebbe sbagliato dire che ormai non ce n’è un solo centimetro pulito”.

Di fatto si parla del Mediterraneo come di uno dei mari più inquinati al mondo. Un recente studio ha evidenziato come ogni anno vi finiscano 570.000 tonnellate di plastica. L’Italia, nello specifico, vanta un record decisamente poco gradito: lo Stretto di Messina è l’area marina con la più alta densità di rifiuti al mondo.

Il grado di inquinamento ha raggiunto livelli impensabili, come dimostra uno studio relativo al respiro dei delfini. Vi sono state trovate tracce di micro e nanoplastiche. Lo stesso dicasi per tutti gli organismi testati, eccezion fatta per i tardigradi. Tutto ciò, ovviamente, ci viene restituito a tavola, dove siamo soliti mangiare ignari i rifiuti che produciamo.

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