Perché il Mediterraneo è a rischio: cosa sta succedendo al livello del mare
Il Mar Mediterraneo e le popolazioni costiere sono in grave pericolo: innalzamento del livello del mare e aggravato inquinamento nel prossimo futuro
In che condizioni versa il Mar Mediterraneo? La situazione non è di certo delle migliori, come evidenzia il nuovo rapporto presentato da Mediterranean Experts on Climate and Environmental Change (MedECC), in occasione della Cop29.
È stato lanciato un vero e proprio allarme in relazione al futuro del nostro mare e, ovviamente, delle popolazioni che ne abitano le coste. Appare sempre più fragile a causa dell’inquinamento antropico e dei cambiamenti climatici. Il futuro delle popolazioni costiere è particolarmente precario. Ciò richiede un immediato e radicale intervento.
Inquinamento nel Mar Mediterraneo
A Baku, in Azerbaigian, gli esperti hanno esposto tutti i principali rischi che corre il Mar Mediterraneo e, con esso, la vasta popolazione che vive sulle sue coste. Se l’attuale trend dovesse proseguire, sarà un disastro. Più di quanto non lo sia già.
Stando alle previsioni, relative ad un futuro non così distante da noi, l’innalzamento del livello del mare potrebbe trasformare per sempre la vita di 20 milioni di persone. Questa è la cifra immane di abitanti delle coste mediterranee che potrebbero dover spostare in maniera permanente la propria residenza. Si prevede uno spopolamento entro il 2100 di numerose aree costiere.
Numerosi cittadini oggi in vita non lo saranno al finire di questo secolo. Oggi è però già nata la generazione che vivrà in età anziana l’apice di tale disastro. Al tempo stesso occorre chiarire come tali fenomeni non si verifichino ovviamente da un giorno all’altro. Tutti noi avremo modo di sperimentare vari gradi di questo disastro nel corso dei prossimi decenni.
La rapidità di innalzamento del livello del mare è di fatto raddoppiata, se si paragonano le statistiche odierne con quelle della fine del secolo scorso. Si è arrivati a 2,8 millimetri all’anno. Gettando lo sguardo verso il 2100, non è da escludere che l’innalzamento possa superare il metro. Lei inondazioni costiere diventerebbero in tal caso una “normalità”, mettendo a rischio un terzo della popolazione del Mediterraneo. In generale la frequenza degli eventi estremi connessi al mare potrebbe aumentare del 22%.
L’innalzamento del livello del mare non distruggerà unicamente i mezzi di sostentamento. Occorre tener conto anche dei danni permanenti alle infrastrutture e al nostro patrimonio culturale. Di fatto, al di là dell’obbligato addio a numerose risorse, perderemo anche una porzione importante della nostra identità.
Inquinamento da plastica
Il report sottolinea come il Mar Mediterraneo sia una delle zone più inquinate al mondo in relazione alla presenza di plastica. Nel documento è possibile leggere quanto segue: “Le aree costiere sono inquinate da macro e micro plastiche, inquinanti emergenti, metalli e inquinanti organici persistenti. Ciò produce eutrofizzazione in svariate aree costiere, con impatti negativi sui sistemi ecologici, sui settori economici e sulla salute umana”.
Se nel prossimo futuro la produzione di plastica su base annua dovesse continuare a crescere a un tasso del 4%, a fronte di una non migliorata gestione dei rifiuti, la presenza di plastica in mare potrebbe raddoppiare entro il 2040.
Un allarme che giunge anche dall’Ocse, che ha previsto un aumento della produzione e dell’utilizzo di plastica del 70% entro il 2040. Si richiedono, dunque, politiche radicalmente differenti rispetto a quelle attualmente in vigore. È tempo di agire.