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Un misterioso ritrovamento su Marte sta ossessionando gli scienziati

La presenza di un raro minerale rinvenuto in un cratere su Marte potrebbe ora avere una spiegazione: il suo mistero ha ossessionato gli scienziati.

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Negli ultimi anni, grazie ad alcune missioni esplorative che hanno avuto grande successo, abbiamo scoperto moltissimo su Marte. Ma il Pianeta Rosso ci sta nascondendo ancora tanti segreti, che pian piano vengono alla luce lasciando gli scienziati ad interrogarsi su di essi. È il caso del raro minerale rinvenuto in un cratere, che per anni ha ossessionato gli esperti. E che ora (forse) ha finalmente trovato una spiegazione.

Il minerale ritrovato su Marte

Tra le tante scoperte che hanno avuto luogo su Marte, ce n’è una che ha lasciato gli scienziati perplessi per lungo tempo. Si tratta di ciò che è emerso durante la missione del rover Curiosity della NASA: nel 2016, esplorando l’interno del cratere Gale, gli esperti hanno praticato un foro nella roccia e ne hanno estratto un campione di polvere color argento, la cui origine ha destato molta curiosità. Grazie alle analisi compiute dal laboratorio di diffrazione a raggi X presente a bordo del rover, si è scoperto che il misterioso minerale altro non era che tridimite, un raro tipo di quarzo formato da biossido di silicio.

La tridimite è presente unicamente sulla Terra, e comunque in quantità molto ridotte. Si forma infatti solamente a temperature elevatissime, comprese tra gli 870° C e i 1470° C. Questo minerale è solitamente il risultato di potenti eruzioni vulcaniche, perché il magma fornisce il calore necessario per la sua origine. Tuttavia, è proprio qui che ha inizio il mistero: non solo su Marte non si hanno mai avuto prove di attività vulcanica in grado di dare vita a materiale silicico (bensì solamente di vulcani che possono creare basalto), ma il luogo del ritrovamento della tridimite è decisamente bizzarro.

Secondo gli esperti, il cratere Gale un tempo ospitava un grande lago, e fa parte di una regione che (almeno finora) non è mai stata considerata tra quelle ricche di attività vulcanica. Come può essere finito questo raro minerale sul fondo di un bacino d’acqua? Per diversi anni, gli scienziati hanno studiato il mistero cercando di venirne a capo, analizzando i campioni ritrovati su Marte e confrontandoli con i depositi di tridimite presenti sulla Terra. E in un nuovo studio recentemente pubblicato potrebbe finalmente dare spiegazione a questo fenomeno.

Il mistero della tridimite

Gli scienziati della Rice University, in collaborazione con il Johnson Space Center della Nasa e il California Institute of Technology, potrebbero avere risolto il mistero della tridimite ritrovata nel cratere di Gale nel 2016. Lo scenario ricostruito dagli esperti sulla base delle prove analizzate negli ultimi anni vede la presenza di una grande camera magmatica nei pressi del lago situato un tempo nel cratere. All’interno della camera, il magma sarebbe rimasto più a lungo del solito subendo un processo di raffreddamento parziale, e quando alla fine il vulcano ha eruttato, la sua cenere conteneva silicio in abbondanza.

Secondo le analisi, l’eruzione sarebbe avvenuta oltre 3 miliardi di anni fa, quando il Pianeta Rosso stava passando da un clima più umido a quello arido che conosciamo oggi. “La scoperta della tridimite in una pietra fangosa nel cratere di Gale è una delle osservazioni più sorprendenti che il rover Curiosity ha fatto in 10 anni di esplorazione su Marte” – ha spiegato la geologa Kirsten Siebach. E ora sappiamo qualcosa in più su questo pianeta così ricco di misteri incredibili.