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SCIENZA

Mondi sommersi sotto il Pacifico? Trovate strutture giganti che "non dovrebbero esistere"

E se sotto all'Oceano Pacifico vi fossero davvero le tracce di mondi sommersi e andati perduti? Un nuovo studio apre a questa possibilità.

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Mondi sommersi scoperti nel Pacifico Fonte foto: 123RF

Basta citare Atlantide o El Dorado per viaggiare con la mente a luoghi leggendari, terre perdute e un tempo fiorenti di cui oggi non esisterebbe più traccia. O forse sì? Un nuovo studio ha rivelato la presenza di un mondo sommerso sotto all’Oceano Pacifico: si tratta di enormi strutture che, a detta dello stesso team di ricercatori, “non dovrebbero esistere”.

Un nuovo studio rivela la presenza di un mondo sommerso

Miti e storie di fantasia o antiche realtà? Stando allo studio Full-waveform inversion reveals diverse origins of lower mantle positive wave speed anomalies pubblicato su Scientific Reports, gli scienziati dell’ETH di Zurigo e del Caltech (California Institute of Technology) avrebbero trovato le prove dell’esistenza di mondi sommersi sotto all’Oceano Pacifico, sottolineando come queste grandi strutture finora sconosciute “non dovrebbero esistere”.

L’analisi ha rilevato delle anomalie nel comportamento delle onde sismiche, oltre al fatto che il materiale presente nel mantello inferiore a circa 1.000 km di profondità “non dovrebbe trovarsi lì”. Un grande mistero che, di fatto, metterebbe in discussione la “nostra attuale comprensione del funzionamento della Terra“.

“Determinare la struttura della Terra è fondamentale per svelare le sue dinamiche interne. Queste scoperte suggeriscono origini più diverse per queste anomalie nel mantello inferiore della Terra”, scrive il team di ricercatori.

L’analisi mediante le onde sismiche

I ricercatori dell’ETH di Zurigo e del Caltech hanno utilizzato una tecnica computazionale chiamata “inversione completa della forma d’onda”, costruendo un’immagine 3D della Terra servendosi dei dati sulle onde sismiche. “È come un medico che esamina la circolazione sanguigna con gli ultrasuoni da decenni e trova le arterie esattamente dove se le aspetta – ha affermato il professor Andreas Fichtner, sismologo dell’ETH di Zurigo -. Quindi se gli dai un nuovo, migliore strumento di esame, improvvisamente vede un’arteria nel gluteo che in realtà non ci appartiene. È esattamente ciò che pensiamo delle nuove scoperte”.

Grazie a questo metodo sono riusciti a individuare alcune aree sul fondo del Pacifico che sembrano resti di placche sommerse. Cosa che ha subito catturato la loro attenzione, dal momento che il Pacifico è una gigantesca placca che non dovrebbe contenere materiale di subduzione.

I risultati dell’analisi, dunque, suggeriscono che non si tratterebbe di placche subdotte perdute, aprendo nuovi interrogativi: di che materiale si tratta e cosa rappresentano per le dinamiche interne del Pianeta? Si potrebbe trattare di materiali antichi, ricchi di silice e risalenti a circa 4 miliardi di anni fa, ovvero alla formazione stessa del mantello terrestre, oppure di aree in cui si sono accumulate rocce ricche di ferro a causa dei movimenti del mantello avvenuti nel corso di miliardi di anni.

“Esiste una vasta gamma di possibili spiegazioni per la rilevazione di anomalie nella velocità delle onde positive nel mantello (inferiore) terrestre, oltre alla presenza di lastre subdotte. La nostra ricerca sottolinea il ruolo cruciale dell’inversione completa della forma d’onda come strumento indispensabile nell’esplorazione del mantello”, spiega il team di ricercatori.

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