Nuova scoperta sul Titanic, una scansione rivela dettagli rivoluzionari sulle ultime ore della nave
Il Titanic studiato come mai prima d'ora. Centinaia di migliaia di immagini consentono la "ricostruzione" digitale della nave: ecco i dettagli prima sconosciuti

É stata effettuata una nuova scansione digitale completa del relitto del Titanic. Un’operazione decisamente interessante, che ha offerto agli esperti nuove rivelazioni in merito agli ultimi momenti della celeberrima nave, affondata 1912, ormai ben più di un secolo fa.
Le ultime ore del Titanic
Cos’è accaduto negli ultimi momenti del Titanic? Pellicola a parte, dopo aver colpito un iceberg si è consumata una tragedia immane, che ha visto circa 1.500 persone perdere la vita. Oggi ne sappiamo di più su quei frangenti caotici e terrificanti.
La nuova scansione ha fornito un modello tridimensionale, ottenuto grazie a oltre 700.000 immagini scattate da robot subacquei. È stata così ottenuta una replica dettagliata del relitto, situato a circa 3.800 metri di profondità nell’Oceano Atlantico.
Per la prima volta è stato possibile osservare l’intero sito del disastro in maniera coerente e continua. In passato, infatti, l’esplorazione del relitto del Titanic grazie a dei sommergibili aveva fornito unicamente degli scorci parziali e frammentari.
La nuova immagine è al centro di un documentario dal titolo Titanic: The Digital Resurrection, prodotto da National Geographic e Atlantic Production. Uno step importantissimo, che consente di studiare il naufragio con un approccio inedito, simile a quello di una scena del crimine. Ogni dettaglio può essere osservato nel suo contesto originale, il che fa tutta la differenza del caso.
Modello 3D
La ricostruzione ottenuta mostra come la prua della nave sia in posizione orizzontale sul fondale. Un’immagine decisamente suggestiva. Sembra quasi che il Titanic stia ancora proseguendo la sua navigazione.
A circa 600 metri di distanza, la poppa è invece in tutt’altra condizione. Risulta infatti essere un vero e proprio contorto ammasso di metallo. Il motivo? La differenza sta nel fatto d’aver subito un violento impatto con il fondale dopo la rottura della nave in due tronconi.
Spazio poi per nuovi dettagli, come un oblò probabilmente sfondato dall’impatto con l’iceberg. Ciò a confermare alcune testimonianze, secondo le quali dei frammenti di ghiaccio entrarono nelle cabine al momento della collisione.
La sala caldaie offre uno degli aspetti più toccanti. Il modello mostra chiaramente alcune delle caldaie visibilmente deformate verso l’interno. Segno di come fossero ancora in funzione quando furono inghiottite dall’acqua gelida. Una valvola a vapore è stata trovata aperta sulla poppa. Ciò suggerisce che il sistema elettrico della nave sia stato operativo fino agli ultimi istanti della tragedia. Anche in questo caso i racconti vengono confermati. Alcuni superstiti ricordavano infatti le luci accese mentre la nave sprofondava nelle gelide acque.
Da tutto ciò emerge una vicenda umana molto rilevante. Il merito, infatti, fu dell’ingegnere capo Joseph Belle e del suo team, che restarono a bordo per alimentare i forni a carbone, mantenendo l’energia elettrica. Morirono però tutti nel disastro. Il loro sacrificio non fu però vano. Consentì infatti all’equipaggio di lanciare le scialuppe di salvataggio in condizioni meno caotiche, aiutando molte più persone di quanto sarebbe stato possibile al buio. Secondo Parks Stephenson, analista del Titanic, la valvola aperta rappresenta simbolicamente il contributo eroico di quegli uomini: “Hanno tenuto lontano il caos il più a lungo possibile”.