Libero
SCIENZA

Orti spaziali per permettere agli astronauti di coltivare micro-ortaggi

Un progetto che coinvolge ENEA e ASI punta a creare orti spaziali ancora più efficienti per il benessere fisico e psichico degli astronauti

Pubblicato:

Il progetto per creare innovativi orti spaziali Fonte foto: 123RF

Feuerbach lo ripeteva di continuo, siamo quello che mangiamo. Si può dire lo stesso degli astronauti? La loro dieta ci può far capire che il loro mestiere consiste nel viaggiare nello spazio e fluttuare tra le stelle? Il progetto SOLE sviluppato da ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e G&A Engineering vuole rendere ancora più salutare il cibo degli astronauti con un’iniziativa curiosa e che merita di essere approfondita. Gli orti spaziali sono la nuova frontiera dell’alimentazione nel cosmo: in poche parole, grazie ai sistemi di illuminazione Led ad alta tecnologia, gli orti in questione consentirebbero di coltivare micro-ortaggi senza problemi.

La dieta degli astronauti verrebbe dunque integrata con cibi preziosi e in grado di far lavorare meglio i partecipanti alle varie missioni spaziali. L’obiettivo principale sarà quello di cercare combinazioni di vari Led, in modo che le piante di questi orti speciali producano sostanze bioattive, il tutto tramite un sistema completamente automatizzato. L’intervento dell’uomo, poi, dovrà essere ridotto al minimo, evitando qualsiasi manipolazione e controllando da remoto la crescita di zucchine, pomodori, peperoni e quant’altro. Ma quali sono di preciso i vegetali più adatti da coltivare nello spazio? La domanda non ha ancora una risposta definitiva per un motivo molto preciso.

Gli ortaggi da coltivare lo spazio

Molto dipenderà dal fabbisogno nutrizionale di ogni singolo astronauta e soprattutto dal modo in cui le varie piante riusciranno adattarsi a condizioni non usuali. L’ambiente sarà infatti artificiale e, dopo aver esaminato ogni aspetto della coltivazione, si scopriranno gli ortaggi prescelti. C’è la convinzione che il cibo fresco e sano sia alla base del benessere fisico e psichico degli astronauti, magari qualcuno sbufferà per un minestrone o un passato di verdure di troppo, ma andrà tutto a beneficio del suo organismo. La tecnologia dei Led non sarà, tra l’altro, utile soltanto per gli orti spaziali, visto che si sta pensando ad altre applicazioni tipicamente terrestri e da replicare nello spazio.

Peperoncini e non solo

La priorità rimane comunque quella di trovare delle tecniche di coltivazione alternative a quelle tradizionali che avvengono sulla Terra, per capire se il sapore sarà lo stesso bisognerà però ancora attendere del tempo. Non è la prima volta che la passione per gli orti e per i prodotti che la natura ci offre fa capolino tra le stelle. Qualche tempo fa ha destato una certa curiosità l’esperimento della Nasa in cui le assolute protagoniste sono state niente meno che delle piante di peperoncino.
Sull’ISS si mangerà speziato e piccante grazie ai 48 semi inviati in orbita lo scorso mese di aprile.

Peperoncini rossi e verdi, ma non solo: qualche anno fa, la stessa Stazione Spaziale Internazionale ha ospitato lattughe, cavoli, bietole e persino piante ornamentali. Per le missioni dalla durata più lunga, questi progetti rivestono un ruolo centrale. In particolare, si pensa con insistenza a un viaggio verso Marte con verdure a profusione da far “spuntare” sulla tavola degli astronauti a pranzo e a cena. In fondo, come recita un vecchio proverbio, è meglio un piatto di verdure preparato con amore che un bue grasso pieno di odio.

Simone Ricci