Gli alberi stanno diventando marroni: vi spieghiamo perché non è un buon segno
Sta succedendo qualcosa alle nostre foreste, come spiega un nuovo studio: gli alberi stanno diventando marroni e non è affatto un buon segno.
Che il cambiamento climatico stia influenzando il Pianeta è sotto gli occhi di tutti ed è, in particolare, la vegetazione a mostrare segni evidenti di questo mutamento. Gli scienziati stanno monitorando in particolare quel che sta accadendo agli alberi che, di fatto, stanno diventando marroni anche nelle regioni a clima temperato, dove negli ultimi anni le temperature hanno subito un innalzamento.
Il clima diventa via via sempre più caldo e secco e, di conseguenza, le foreste temperate e mediterranee un tempo verdi e rigogliose deperiscono con più facilità. E no, non è affatto un buon segno.
Imbrunimento precoce delle foreste, un nuovo studio
Un team di ricercatori del Politecnico di Zurigo ha analizzato tutti gli eventi di imbrunimento precoce nelle foreste temperate e mediterranee presenti in Europa, concentrandosi su ciò che è accaduto negli ultimi 21 anni circa, dal 2002 al 2022. Coadiuvati dall’Istituto Federale di Ricerca per la Foresta, la Neve e il Paesaggio WSL di Birmensdorf, hanno messo nero su bianco un nuovo e interessante studio, pubblicato sulla rivista Biogeosciences.
Che foglie e aghi di alberi come abeti rossi e faggi cambino colore non è inusuale, anzi. Basti pensare allo splendido foliage autunnale, con tonalità che vanno dai gialli ai rossi, fino ai marroni. Ma che tale aspetto autunnale – perfino sbiadito – sia una costante in estate è tutta un’altra storia. Un segno di come il clima dell’Europa centrale stia mutando e, con esso, anche la reazione della vegetazione alle nuove temperature. L’imbrunimento delle foreste ci dice che i nostri alberi stanno subendo un forte stress: la scomparsa del verde è un segno di ridotta vitalità e indebolimento. Ne indica, di fatto, il deperimento.
Fenomeni di questo tipo sono stati osservati nell’area mediterranea già nel 2003 e, nell’ultimo ventennio, sono aumentati costantemente. I ricercatori si sono serviti di dati satellitari ad alta risoluzione per identificare e isolare tali eventi e stilare un quadro generale di ciò che sta accadendo, con particolare attenzione ai periodi in cui si è registrato un aumento vertiginoso delle temperature.
Impossibile dimenticare l’estate record del 2022, la più calda mai registrata nonché quella in cui le foreste europee hanno sperimentato l’imbrunimento più esteso di sempre (circa il 37% della vegetazione), “molto più di qualsiasi altro evento negli ultimi due decenni” come ha affermato Mauro Hermann, autore principale dello studio e studente di dottorato in dinamica atmosferica all’ETH di Zurigo.
Perché le foreste stanno diventando marroni
A una prima analisi, non è errato ritenere che l’imbrunimento delle foreste sia un fenomeno da addurre essenzialmente all’innalzamento delle temperature, quindi ai periodi di forte siccità. Quel che il team di ricerca ha sottolineato nello studio, però, ci dice qualcos’altro: “La connessione tra foreste e condizioni meteorologiche è molto più complessa di quanto potrebbe sembrare a prima vista. (…) Non tutti i periodi di siccità, anche se intensi e persistenti, fanno sì che le foreste diventino immediatamente marroni”.
In pratica la capacità degli alberi di sopravvivere al caldo e alla siccità non dipende solo dalle condizioni meteorologiche attuali, ma anche da quelle dei mesi e persino degli anni precedenti (il cosiddetto legacy effect o effetto-eredità). Una singola estate calda e secca di solito non porta a una riduzione del verde delle foreste: non basta questo a giustificarne l’imbrunimento.
È possibile registrare dei segnali “premonitori” ancor prima dell’innalzamento delle temperature e il team di Zurigo ha provato a raccoglierli, cercando di individuare dei “modelli” meteorologici ricorrenti, che spiegherebbero l’imbrunimento precoce degli alberi. “I periodi con scarse precipitazioni si verificano con una frequenza insolita oltre due o tre anni prima degli eventi” ha affermato Hermann, aggiungendo poi un secondo segnale di rilievo: prima del deperimento delle foreste nell’Europa centrale, di solito si verificano due estati secche e calde di fila.
Possiamo salvare i nostri alberi?
Domanda che dovrebbe lasciar posto a un’affermazione: dobbiamo salvare i nostri alberi. Il cambiamento climatico si esprime in diversi modi e la vegetazione è, senza dubbio, uno degli elementi che ne risente maggiormente. Individuare dei “modelli” ci aiuterà a prevedere in che modo ed entro quanto tempo sarà visibile la reazione degli alberi allo stress da siccità e il loro imbrunimento?
Gli scienziati sono parecchio cauti, trattandosi di “schemi” creati a partire da dati puramente meteorologici che, per quanto precisi, non sono realistici nel senso stretto del termine. Tuttavia “un monitoraggio mirato del processo meteorologico nel corso di diverse stagioni potrebbe fornire informazioni preziose sulla probabilità che nell’estate successiva si verifichino tali fenomeni”, come ha affermato l’ecologista forestale Thomas Wohlgemuth.