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Il pesce leone arriva nei mari italiani, perché è rischioso e come riconoscerlo

Il pesce leone o scorpione è un predatore che mette a rischio l'habitat del Mediterraneo e, dunque le pesca: è un pericolo anche per l'uomo

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Il cambiamento climatico ha un chiaro ed evidente impatto sulle specie che popolano i nostri mari. Non è qualcosa che accade soltanto sulle nostre coste, ovviamente, ma di certo il Mediterraneo sta offrendo svariati esempi lampanti in questi anni. Si pensi ad esempio al granchio blu. Ora è tempo di parlare del pesce leone, noto anche come pesce scorpione. Ecco cosa sta accadendo e quali sono i rischi per l’uomo e gli ecosistemi.

L’invasione del pesce leone

Non c’è pace per il Mar Mediterraneo, il cui ecosistema fa i conti con lo Pterois miles, noto come pesce leone o scorpione. Alcuni esemplari sono stati avvistati lungo le coste italiane, dalla Sicilia alla Puglia, passando per la Calabria. I biologi marini si sono detti preoccupati, trattandosi di un predatore. È originario del Mar Rosso e vanta una gran capacità di colonizzare nuovi habitat. A ciò si aggiunge il fatto che è pericoloso anche per l’uomo. Ciò grazie alle sue lunghe e sottili spine, particolarmente velenose.

Non lascia dubbi il pensiero dell’esperto biologo Claudio Brinati. Il pesce leone è capace di impattare in maniera notevole gli ecosistemi nostrani. I primi avvistamenti sono avvenuti nell’area Sud-Orientale della Sicilia. Nei prossimi anni, però, potremmo ritrovare questo predatore lungo tutte le coste del nostro Paese.

Trattasi di una specie tropicale, giunta fin qui chiaramente a causa del surriscaldamento globale. È molto appariscente nell’aspetto e vanta una gran capacità, di natura, d’invasione degli ecosistemi che gli sono originariamente estranei.

Per quanto sia originario del Mar Rosso, come detto, è presente nell’Oceano Indiano e Pacifico ormai da molto tempo e dagli anni ‘90 anche in Florida. Rapidamente ha invaso il Mar dei Caraibi e gran parte delle coste Atlantiche occidentali. In ogni caso l’impatto sugli ecosistemi locali è stato devastante. Ora nel mirino ci sono Paesi come Italia, Grecia e Croazia.

L’impatto previsto

Prevedibile un impatto ampiamente negativo sulla pesca nei nostri mari. Ecco le parole del professor Marco Oliverio, docente di zoologia del Dipartimento di biologia e biotecnologie Charles Darwin dell’Università La Sapienza di Roma.

“L’effetto che hanno è devastante. Il loro mestiere è fare i predatori e mangiano i giovani delle altre specie, gli avannotti. Ne mangiano tantissimi. Sono delle macchine da guerra da questo punto di vista. Stanno avendo degli effetti incredibili sulla fauna locale”.

Tutto ciò avrà ovviamente un impatto diretto sul settore ittico. Ciò perché mancheranno gli ecosistemi che supportano le risorse della pesca. Gli stock si ridurranno, i guadagni andranno al ribasso e, ovviamente, i prezzi al dettaglio al supermercato aumenteranno.

Come detto, però, il pesce leone è un pericolo anche per la salute dell’uomo. Le sue spine velenose sono poste in corrispondenza delle pinne dorsali, anali e pelviche. Il veleno resta attivo anche dopo 24-48 ore dalla morte del pesce. Ciò mette seriamente in pericolo i pescatori, dunque, che potrebbero ritrovarseli nelle reti.

Ma cosa provoca una puntura di pesce scorpione? Forti e persistenti dolori, che conducono a sintomi come:

  • nausea
  • vomito
  • febbre
  • difficoltà respiratorie
  • convulsioni
  • diarrea

Soltanto nei casi più gravi, invece, un incontro malaugurato con questo pesce può comportare necrosi locale e perdita della sensibilità per diversi giorni.

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