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Pirateria online, accordo tra Meta e Mediaset

Meta non trova l'accordo con la SIAE sulla musica, ma trova quello con Mediaset per lottare insieme contro la pirateria online, mentre Netflix si deve difendere in tribunale dalle accuse degli attori

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Mediaset Fonte foto: DELBO ANDREA / Shutterstock

Dopo il mancato accordo con gli artisti SIAE, ora Meta almeno trova l’accordo con RTI, cioè Reti Televisive Italiane, società del gruppo Mediaset. L’accordo è finalizzato al contrasto della pirateria online, cioè almeno indirettamente alla tutela dei diritti d’autore sui contenuti pubblicati su Facebook e Instagram.

L’accordo RTI-Meta

Non sono stati pubblicati i dettagli dell’accordo tra RTI e Meta, ma sappiamo che sulle piattaforme social della seconda abbondano i contenuti della prima registrati in modo illegale e poi condivisi a milioni di utenti italiani.

“RTI è lieta dell’accordo con Meta che è in linea con la Direttiva Copyright e che rappresenta un punto di svolta paradigmatico per colmare la perdita di valore subita dalle industrie culturali in assenza di un quadro normativo che ridefinisse le responsabilità delle piattaforme online”, così ha commentato l’accordo il Direttore Affari Istituzionali Mediaset e Vice Presidente RTI, Gina Nieri.

Poi la Nieri ha approfittato per mandare un frecciatina alla Commissione europea, auspicando che tale istituzione “trovi strumenti utili ad arginare la pirateria dei contenuti live o di equivalente valore economico. Siamo fiduciosi di proseguire anche su questo la fattiva collaborazione con Meta”.

Come dire: se non si muovono le istituzioni, ci muoviamo noi. E Meta è lieta di muoversi con Mediaset, e di affermare che “La tutela del diritto d’autore è una nostra priorità e crediamo fortemente che debba essere un impegno collettivo, frutto di una collaborazione tra piattaforme tecnologiche, titolari dei diritti e tutti gli attori di mercato”.

Niente accordo con la SIAE

Sullo sfondo, l’ormai ben nota vicenda del mancato accordo tra Meta e la SIAE che ha portato alla sparizione della gran parte della musica italiana da Facebook e Instagram.

La vicenda vede adesso interessata addirittura Lucia Borgonzoni, sottosegretaria alla Cultura, che il 6 aprile farà sedere allo stesso tavolo, nuovamente, i rappresentanti di Meta e della SIAE e tenterà la mediazione.

L’accordo tra SIAE e Meta, lo ricordiamo, è scaduto a gennaio ed è stato prorogato per quasi due mesi. L’offerta di Meta per il pagamento dei diritti d’autore nel 2023 non è stata accettata dalla SIAE che, di conseguenza, ha sospeso la proroga.

Attori contro Netflix

Ad ulteriore dimostrazione che gli artisti iniziano a non tollerare più lo strapotere delle piattaforme, infine, c’è la denuncia del collettivo di attori Artisti 7607, che ha fatto causa contro Netflix, accusata di mettere in atto strategie per non pagare tutti i diritti d’autore agli attori.

Artisti 7607 è una società di “collecting” fondata da Elio Germano, Neri Marcorè, Claudio Santamaria, Michele Riondino, Alberto Molinari, Carmen Giardina, e ha il compito di difendere i diritti di sfruttamento economico delle opere dei suoi associati.

L’idea alla base della denuncia è che Netflix non comunica in modo dettagliato i dati sulle visualizzazioni di film e serie TV, impedendo così di calcolare esattamente quanto rende alla piattaforma la singola opera. Di conseguenza Netflix pagherebbe, come diritti d’autore, il minimo essenziale e in modo molto impreciso.