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SCIENZA

Hanno trovato i resti di un animale pericolosissimo, ma anche magnifico

Il cranio e la parte anteriore del corpo sono perfettamente conservati e rivelano informazioni preziose sulla specie

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Qualsiasi ritrovamento archeologico è sicuramente degno di nota, perché apre una porta su un passato lontano, estremamente distante da quelle che sono le nostre abitudini quotidiane. Alcuni però sono particolarmente suggestivi, come quello del cucciolo di tigre con i denti a sciabola, da poco rinvenuto nel permafrost del Pleistocene superiore sul fiume Badyarikha, in Russia.

Posto che già in generale i ritrovamenti di resti mummificati congelati di mammiferi del tardo Pleistocene sono molto rari, quello di questo cucciolo è ancora più particolare perché alcune parti del suo corpo sono incredibilmente ben conservate, al punto da farlo apparire quasi come se fosse solo addormentato.

Un ritrovamento fuori dal comune

Come si legge nello studio pubblicato su Nature, il ritrovamento dei resti del cucciolo è eccezionale perché «per la prima volta nella storia della paleontologia è stato studiato l’aspetto di un mammifero estinto che non ha corrispettivi nella fauna moderna». Va però precisato che la carcassa è stata ritrovata nel 2020, durante una campagna archeologica portata avanti dal Borissiak Paleontological Institute di Mosca.

La campagna era teoricamente mirata a collezionare ossa di mammut, ma gli studiosi si sono accorti all’improvviso di alcuni “resti lanosi”. Durante le indagini hanno anche rilevato lo stato di conservazione: la testa e la parte anteriore del corpo apparivano integre, perché sono state a lungo racchiuse in una spessa lastra di ghiaccio.

Con la dovuta cautela i resti sono stati spostati al Paleontological Institute – Russian Academy of Sciences, dotato di strumenti più all’avanguardia, per tutti gli studi del caso.

L’analisi comparativa

Per avere maggiori informazioni sul cucciolo (e su quella che era la sua vita), è stata condotta un’analisi comparativa usando la carcassa di un cucciolo di leone di giovanissima età. I ricercatori si sono concentrati in particolare sulle caratteristiche craniche e dentali della piccola tigre con i denti a sciabola e hanno attestato che ai tempi della sua morte dovesse avere solo tre settimane di vita.

Tutte le sue particolarità rivelano che i piccoli di questa specie dovessero essere abituati alla caccia sin da piccolissimi: la mandibola pronunciata, i denti e persino i cuscinetti plantari erano perfettamente compatibili con lunghe sessioni di inseguimenti e predazione. Il pelo fitto dimostra anche la resistenza al freddo, che i piccoli dovevano sviluppare sin da subito per sopravvivere.

La morte e l’estinzione

Per quanto riguarda le cause della morte, non è ancora chiaro cosa sia successo. Sono ancora in corso gli accertamenti, anche perché la parte posteriore del corpo del cucciolo, a differenza di quella anteriore, non si è conservata a dovere. Potenzialmente alla piccola tigre potrebbe essere accaduto di tutto: dall’infausta evoluzione di una ferita allo sfortunato incontro con un predatore più grande.

Per quanto riguarda invece l’estinzione di questa specie nell’area russa dove sono stati rinvenuti i resti, gli studiosi ritengono che la causa sia il cambiamento climatico: il passaggio dalle temperature rigide, che avevano chiesto a questi animali specifici adattamenti, a un clima più mite, è stato talmente traumatico da portare non all’evoluzione come è capitato in altri casi, ma all’esaurirsi della specie.

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