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SCIENZA

Vivrà sott'acqua 100 giorni: chi è l'uomo che vuole battere ogni record

Testerà nuove tecnologie per documentare come il corpo umano risponde all'esposizione sott'acqua a lungo termine e con pressioni estreme: questo scienziato vuole battere ogni record

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E se, con la scoperta di nuove tecnologie e l’avvento di nuovi strumenti, potessimo persino vivere sott’acqua? È a questa interessante domanda che vuole rispondere lo scienziato Joseph Dituri, ingegnere marino ed ex sommozzatore professionista che attualmente insegna ingegneria biomedica alla University of South Florida.

Dituri è attualmente immerso nella Jules’ Undersea Lodge, un habitat sottomarino sommerso in una laguna a Key Largo, in Florida. La sua missione si chiama Project Neptune-100 e, se tutto andrà bene, lo scienziato sarà di ritorno il 9 giugno 2023.

La missione Project Neptune-100

Quello di Dituri non è certo un colpo di testa: si tratta di una sfida, sì, ma accuratamente studiata e monitorata. Prima dell’immersione, lo scienziato e un team di ingegneri, medici, ricercatori, biologi e biologi marini hanno stilato una serie di punti che giustificano questa missione sul fondo del mare. Il primo punto è realizzare il primo studio dettagliato degli effetti fisiologici e psicologici della compressione sul corpo umano nel corso di un’esposizione a lungo termine.

Il secondo, importantissimo, è aumentare la consapevolezza di quanto sia impattante la ricerca marina per sottolineare l’importanza della conservazione delle risorse e dei processi degli oceani. Ma non è tutto qui, perché nel corso della missione Dituri condurrà quotidianamente esperimenti di fisiologia umana, utilizzando nuove tecnologie che mostrerà online. Tutte le scoperte e le prove scientifiche saranno caricate, mano a mano, nel suo diario di bordo e sono previsti collegamenti online con altri scienziati e appassionati.

Dove e come vivrà lo scienziato in fondo al mare

Abbiamo già detto che Dituri vivrà in un habitat sottomarino sommerso, ma dove, precisamente? È presto detto: abiterà all’interno di una capsula rinforzata e grande 30 metri per 30, dotata di un enorme oblò, che si troverà a circa 10 metri sott’acqua.

L’habitat è organizzato precisamente come una navicella spaziale: è dotata di una doppia apertura che permette l’entrata e l’uscita dello scienziato, di un sistema d’areazione che permette il ricambio di ossigeno e di una serie di pannelli e strumenti che gli consentono di sfruttare l’energia elettrica e di essere perennemente connesso tramite wi-fi.

Riguardo all’alimentazione, non solo Dituri ha già dei cibi liofilizzati presenti all’interno della capsula, ma dovrà assumere quotidianamente una serie di integratori e vitamine. Verrà inoltre ciclicamente visitato da uno staff di medici e non sarà mai del tutto solo: continuerà a insegnare online ai suoi studenti e accoglierà all’interno della capsula piccoli gruppi di ricercatori e di giovani studenti che vogliono saperne di più.

Il sogno dello scienziato

Dituri ha ammesso che sarebbe estremamente soddisfatto di battere il record, unico al mondo, dei 100 giorni sott’acqua. Tuttavia, il suo sogno è un altro, molto più ambizioso e molto più importante a livello globale: «mi sono appassionato alla scienza mentre prestavo servizio nella Marina – ha detto lo scienziato – dove facevo l’ufficiale per le immersioni in condizioni critiche. Dopo il congedo, ho conseguito il dottorato sperando che la correlazione fra pressione e condizioni estreme mi portassero a saperne di più su quelle che sono le lesioni cerebrali traumatiche».

Sì, perché Dituri ha spiegato che molti dei suoi compagni della Marina hanno subito delle lesioni simili e che, nel corso dei suoi anni da militare, lui è riuscito a intuire che la pressione iperbarica poteva aumentare il flusso sanguigno cerebrale. «Ho ipotizzato che questo tipo di pressione potesse, quindi, essere utilizzata per trattare queste lesioni. Se alla fine di questi 100 giorni dovessi scoprire di aver ragione,  la medicina iperbarica potrebbe essere utilizzata per trattare un ampio spettro di malattie».

Prima, durante e dopo il progetto, Dituri dovrà sottoporsi una serie di test e analisi psicosociali, psicologici e medici, inclusi esami del sangue, ultrasuoni ed elettrocardiogrammi, nonché test sulle cellule staminali. Uno psicologo e uno psichiatra documenteranno anche gli effetti mentali dell’essere in un ambiente isolato e confinato per un periodo prolungato.