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SCIENZA

E se sulla scoperta dell'America ci sbagliassimo? Una storia ribalta tutto

La scoperta dell'America non sarebbe opera di Colombo, secondo un documento del 1345 altri esploratori europei l'avrebbero individuata prima

Scoperta dell'America, nuova teoria Fonte foto: 123RF

Tre caravelle, un esploratore genovese determinato come non mai e la data del 12 ottobre 1492: bastano questi indizi per capire che si sta parlando della scoperta dell’America. In realtà, Cristoforo Colombo non sarebbe stato il primo europeo a raggiungere il “nuovo mondo”, anzi ci sono delle teorie che confermano il contrario.

Un chiaro esempio è lo studio pubblicato di recente sul “Journal of the Society for the History of Discoveries”. La ricerca è stata curata da Paolo Chiesa, docente dell’Università degli Studi di Milano, che ha tirato in ballo una ricostruzione molto diversa e resa possibile da un documento approfondito nel minimo dettaglio.

I dubbi sulla scoperta dell’America

Secondo Chiesa, basta leggere la “Cronica Universalis” del frate milanese Galvaneus Flamma. È un testo che risale al 1345, ben prima della nascita di Colombo e in cui si cita espressamente l’America. Flamma parla di una terra chiamata “Marckalada”, la Markland menzionata dagli islandesi in passato per indicare la costa atlantica del Nord America. La scoperta dovrebbe dunque essere avvenuta in deciso anticipo. Perché il frate ha lasciato questo scritto in cui si allude alla scoperta dell’America un secolo e mezzo prima della fatidica data del 1492? Sembra che il testo non sia altro che la trascrizione di alcuni racconti ascoltati a Genova.

In poche parole, la scoperta dell’America viene legata a quanto riferito da alcuni marinai che avrebbero viaggiato nei mari della Scandinavia, con lo stesso frate che avrebbe ascoltato questi racconti orali con le proprie orecchie. C’è un passaggio in particolare che ha colpito Chiesa nel suo articolo che ha creato un comprensibile dibattito storico. Nell’oceano citato dal frate milanese erano presenti tante isole popolate da falchi e altri volatili. Le isole in questione sono state collocate geograficamente “così a Nord che la stella polare rimane dietro di te”. Lo stesso discorso vale per altre frasi contenute nella “Cronica Universalis”.

Scoperta dell’America: prima di Colombo

Galvaneus Flamma fa riferimento agli abitanti del posto che vivevano grazie alla carne e al pesce, oltre al latte degli animali allevati. Queste persone non avrebbero mai alzato la voce per evitare di attirare l’attenzione di alcuni animali selvatici, oltre agli orsi bianchi presenti in questi luoghi. Nella già citata Marckalada, poi, erano stati costruiti edifici con gigantesche lastre di pietra, talmente grandi da far pensare che potessero essere opera di giganti. La ricostruzione si conclude col dettaglio che nessun marinaio è stato in grado di saperne di più sulla misteriosa terra. Vale comunque la pena sottolineare come la scoperta dell’America da parte di Colombo sia da considerare “valida” per un motivo ben preciso.

Prima dell’anno Mille, infatti, i Normanni scoprirono la Groenlandia, dando vita a insediamenti stabili nella costa meridionale. In seguito ci fu anche la scoperta di altri paesi più a Nord di queste terre. Notizie del genere non furono mai documentate dettagliatamente nel continente europeo ed è per questa ragione che gli storici ritengono il viaggio di Cristoforo Colombo una scoperta a tutti gli effetti. L’approdo delle tre caravelle poi avvenne per l’appunto nel 1492, più precisamente in quelle che oggi sono alcune delle isole Bahamas, prima dell’esplorazione di altri territori limitrofi.