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SCIENZA

Scoperta una nuova specie di insetto: è antichissima

Risale al tardo Eocene ed è perfettamente conservata all'interno di un frammento di ambra baltica: gli scienziati sono affascinati dalla scoperta di questa nuova specie d'insetto

È vero, non ci è ancora concesso viaggiare nel tempo ed è per questo che, almeno per il momento, non siamo in grado di far altro che immaginare il più lontano passato della Terra, senza poterlo vedere con i nostri occhi. Tuttavia, ogni tanto, alcuni speciali ritrovamenti ci consentono di dare almeno una sbirciata, regalandoci qualcosa di più tangibile: è il caso della nuova specie d’insetto trovata all’interno di un frammento d’ambra baltica, testimonianza di un’era davvero lontanissima.

Un genere del tutto nuovo, eppure antichissimo: può sembrare un ossimoro, invece è proprio così. L’insetto (anzi: gli insetti) che l’ambra è riuscita ad avvolgere per sempre nel suo abbraccio cristallizzante appartengono a una famiglia che finora non era mai stata scoperta e che, come sempre in questi casi, cambia ciò che sapevamo sull’evoluzione di alcune specie presenti sulla terra.

Gli insetti racchiusi nell’ambra

Storici e archeologi lo sanno bene: da secoli l’ambra è fonte primaria di ritrovamenti archeologici di spicco. Questa particolare resina, quando viene emessa dalle conifere, ha una consistenza appiccicosa che cattura resti vegetali, piccoli animali e insetti e mano a mano si solidifica, diventando più resistente con il passare del tempo. In campo storico-archeologico, l’ambra più preziosa è quella proveniente dalle foreste miste baltiche, che contiene moltissimi esempi di vegetali e animali fossilizzati.

Milioni di campioni di ambra baltica sono stati raccolti alla fine del 1870 e portati in tutto il mondo ed essere conservati all’interno di numerosi musei. Uno di questi è il Museo dell’Ambra di Kaliningrad, che da solo ospita quasi 20.000 frammenti d’ambra di varia rilevanza. Fra questi si trovava proprio quello che comprendeva due particolarissimi insetti, passati a lungo inosservati, di cui solo recentemente si è scoperta l’importanza.

Le due vespe e il loro strano aspetto

I due insetti sono stati analizzati dagli scienziati dell’Istituto zoologico dell’Accademia delle Scienze di San Pietroburgo. Riuscire a effettuare l’analisi non è stato facile: per riuscire a non intaccare la fragile struttura dei due esemplari racchiusi nell’ambra sono stati usati degli strumenti all’avanguardia, calibrati per ottenere massima precisione nel distacco dalla resina.

Una volta isolati, i due insetti sono stati prima osservati a occhio nudo e immediatamente ricondotti alla famiglia delle Vespidi nell’ordine degli Imenotteri e poi inseriti all’interno di uno strumento che ne ha permesso un ingrandimento esponenziale. Proprio l’ingrandimento ha rivelato delle caratteristiche particolari: le antichissime vespe, risalenti almeno a 40 milioni di anni fa, presentano sia ali che antenne insolitamente grandi, occhi altrettanto enormi e, al posto del pungiglione, un organo per deporre le uova.

La scoperta della nuova specie

Queste strane caratteristiche hanno portato al coinvolgimento dell’entomologo Sergei Belokobylski e del paleobiologo Andranik Manukián, i quali hanno eseguito esami ancora più accurati e sono arrivati alla conclusione che le due vespe, due femmine, sono vissute nel tardo Eocene e appartengono un nuovo genere e specie della sottofamiglia dei parassiti braconidi Doryctinae. La nuova specie è stata chiamata Palaeorhoptrocentrus Kanti in onore del filosofo tedesco Immanuel Kant, che nacque e visse a Kaliningrad, dove si sono svolti gli studi.

Adesso, si sta indagando per analizzare quelli che sarebbero i loro discendenti (più o meno) diretti e comprendere tutta la storia evolutiva. Sia Belokobylski che Manukián, infatti, sono convinti che le due vespe siano la testimonianza di un nuovo ramo dell’albero filogenetico.