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SCIENZA

Sembra ci sia un’enorme impronta su Marte, ma gli scienziati chiariscono cos'è

Le dune sono tipiche caratteristiche del paesaggio di Marte, ma una impronta particolare ha spinto gli scienziati a fornire maggiori dettagli

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Se c’è una caratteristica molto comune del paesaggio di Marte, è quella delle dune, tra le più conosciute in assoluto. Eppure non si finisce mai di stupirsi quando ci si trova di fronte a questi ammassi di polvere che creano sfondi mozzafiato e indimenticabili. Ne è un chiaro esempio l’ultima foto mostrata online dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA).

Si sta parlando del cratere Rabe, il quale ha una topografia a dir poco particolare, visto che è caratterizzato da una serie di crateri più piccoli al suo interno. Dopo il mistero dei diavoli di polvere marziani, ora gli scienziati devono fare i conti con una impronta di dimensioni ragguardevoli che però ha una spiegazione davvero semplice.

Rabe vanta un diametro di circa 108 chilometri: il nome gli è stato affibbiato nel 1973 in onore di un astronomo tedesco vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900, nello specifico Wilhelm Rabe. L’ESA ha fornito un chiarimento dettagliato: le dune scolpite dal vento e i crateri da impatto non sono rarità nel pianeta rosso, però ci sono crateri e crateri. Rabe è composto essenzialmente da materiale dunale che si trova nella parte superiore rispetto al fondale originale, con una serie di fosse sottostanti. Ogni duna ha un’altezza compresa tra i 150 e i 200 metri.

Striature di colore

Le immagini mostrate dall’ESA, dunque, non rappresentano una vera e propria impronta di polvere, bensì materiale basaltico, vale a dire la principale roccia che compone le dune marziane. Nel caso di Rabe, poi, lo stesso basalto è stato ricoperto da altri strati che si sono formati in seguito all’erosione. I ritrovamenti su Marte sono spesso misteriosi, ma non in questa situazione. I crateri più piccoli rendono Rabe così affascinante, in quanto si possono notare dall’alto delle striature di colore più scuro che vanno a “macchiare” la superficie nella sua parte centrale. Altri crateri che si trovano nei paraggi, poi, sembrano essersi letteralmente sgretolati.

Il ruolo dell’atmosfera

Questo fenomeno viene solitamente identificato come un “ammorbidimento” del terreno, provocato dal ghiaccio al di sotto della superficie. Il materiale e la polvere, infatti, tendono a scorrere lentamente verso il basso, conferendo al terreno un aspetto più liscio. Sempre secondo l’ESA, in questa impronta marziana ha avuto un ruolo centrale anche l’atmosfera del pianeta rosso, molto probabilmente nel corso di alcune tempeste di sabbia. Non c’è che dire, si conosce Rabe da quasi mezzo secolo ormai, eppure non finisce mai di far rimanere a bocca aperta esperti e non di questa materia.

Ci sono avvistamenti marziani che ossessionano da tempo gli scienziati, mentre invece Rabe rappresenta uno dei crateri più importanti da approfondire. Quest’ultimo viene infatti considerato una vera e propria “finestra sul passato” che può raccontare molto della formazione di Marte e della sua successiva evoluzione. Grazie al cratere si possono intuire quali erano le rocce antiche che oggi sono nascoste alla vista, di conseguenza c’è da scommettere che le future missioni che riguarderanno il pianeta si concentreranno su questa parte tanto intrigante della sua superficie. L’attrazione nei confronti di Marte è inevitabile, tanto che lo scrittore Rudolf Steiner ne parlò già nell’800 come di un oggetto celeste che ci mostra come fu un tempo la Terra.

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