Un gatto ci mostra cosa può fare una fotocamera da 200 MP
Prova di forza di Samsung che, in Corea, stampa su un muro di 616 metri quadrati una foto scattata con il suo nuovo sensore da 200 MP: l'ISOCELL HP1
Una delle domande che gli amanti della fotografia digitale si fanno già da un paio d’anni è: “Quando arriva il primo smartphone con fotocamera da 200 MP?“. Adesso possiamo dirlo con certezza: presto, molto presto, perché la macchina del marketing di Samsung è già all’opera.
Cosa c’entra un gatto in tutto questo? C’entra, e anche largo: una foto di un micione grigio avvolto da un maglione di lana verde è infatti apparsa in Corea sul muro di un palazzo, stampata su un telo grande 28 metri per 22 metri, in pratica quanto un campo da basket e mezzo. La foto, grazie alla risoluzione altissima, ha una dimensione enorme e questo permette di mostrare un livello di dettaglio mai visto prima. Una “potenza di fuoco” accompagnata dal claim “Captured by ISOCELL“, cioè “scattata con ISOCELL“, il sensore fotografico di Samsung.
1/1.22″, 200 MP
Le misure che contano, nel nuovo sensore Samsung ISOCELL HP1 (questo il suo nome completo), sono due: le dimensioni del sensore e la risoluzione massima. Entrambe, ma in modo diverso, influiscono sulla qualità delle foto scattate.
La dimensione fisica di ISOCELL HP1 è pari a 1/1.22″, quindi poco meno di un pollice (cioè 2,54 centimetri) di diametro per questo sensore. Ce ne sono di più grandi, ma è comunque una dimensione molto elevata. Più è grande un sensore, più è alta la superficie utile per catturare la luce e, di conseguenza, meglio vengono le foto in condizioni di scarsa illuminazione.
Il secondo numero di ISOCELL HP1 è quello relativo alla risoluzione, pari appunto a 200 megapixel, cioè 200 milioni di pixel (per la precisione 201.326.592), e questa volta è il più alto di tutti: nessun altro produttore di sensori fotografici per smartphone ha oggi un sensore di questa risoluzione.
Un gattone da 600 metri
Una delle cose che si possono fare con un sensore fotografico da 200 MP è fotografare un gatto e stampare la foto su una superficie di oltre 600 metri quadrati (per la precisione 616). Non è una cosa che convincerebbe molte persone a comprare un telefono con questa fotocamera, ma per fortuna ci sono modi più pratici di usare quel sensore.
Soprattutto c’è il “binning“, quella tecnica che permette di catturare le informazioni provenienti da molti pixel e combinarle in una foto da meno pixel. Così, ad esempio, usando il binning è possibile scattare a 200 MP una foto da salvare a 50 MP, con ogni pixel che è il risultato delle informazioni di 4 pixel vicini.
E poi c’è il “cropping“, cioè il ritaglio di una piccola porzione di una immagine ad altissima risoluzione, che ci permette di ottenere uno zoom software “virtuale“ senza dover ricorrere a delle lenti fisiche.
Entrambe queste tecniche, è ben noto, sono alla base della fotografia computazionale moderna.