Smartphone e tablet hackerati possono trasformarsi in dispositivi-spia
Secondo uno studio, gli hacker potrebbero trasformare i dispositivi intelligenti in strumenti di sorveglianza tramite microfoni e speaker integrati

La maggior parte dei dispositivi in grado di connettersi in rete è pericolosa per la privacy degli utenti. Smartphone, tablet e anche smart TV possono essere violati dagli hacker e utilizzati per spiare le vittime. È quanto emerge da uno studio condotto dall’Università di Washington.
Non è la prima volta che degli esperti portano all’attenzione il problema relativo alla fragilità, in termini di sicurezza, degli oggetti sempre connessi dell’Internet of Things, facili prede per i cybercriminali. Stando alla ricerca realizzata dall’università statunitense, gli hacker potrebbero trasformare questi dispositivi intelligenti in strumenti di sorveglianza attraverso il microfono e gli speaker integrati. I malfattori, infatti, potrebbero essere in grado di determinare la posizione e il movimento delle vittime, utilizzando proprio i due device di registrazione e riproduzione del suono.
Lo studio
Il team di scienziati dell’Università di Washington ha sviluppato CovertBand, un programma che trasforma un dispositivo che dispone di microfono e casse in uno strumento sonar, un sistema che utilizza il suono e la sua propagazione per individuare gli oggetti. Per esempio, la tecnica sonar viene spesso utilizzata quando si tratta di trovare un’imbarcazione sott’acqua.
Gli hacker, secondo quanto ha dimostrato il gruppo di ricercatori americani, potrebbero violare un device connesso in rete e nascondere il segnale audio ad alta frequenza dentro un brano musicale. In questo modo, per le vittime è quasi impossibile rilevare il suono utilizzato dai cybercriminali per tracciare la loro posizione.
Il punto attorno cui ruota l’esperimento è dimostrare come un hacker potrebbe compromettere un device IoT, trasmutarlo in un sistema sonar e spiare i malcapitati attraverso un segnale che diventa impercettibile agli utenti.
In altre parole, le casse emettono il suono ad alta frequenza e il microfono registra il segnale riflesso dal corpo umano, che porta con sé informazioni sul movimento e sulla pozione di una persona dentro una stanza. Ai cybercriminali basta un’applicazione di musica modificata per spiare in remoto i malcapitati.