Sos specie aliene, allarme in Italia: cosa si rischia veramente
È allarme per le numerose specie aliene invasive giunte in Italia: scopriamo quali sono le principali e quali pericoli possono causare (all'uomo e all'agricoltura).
Formiche, calabroni, granchi: sono davvero tante le specie aliene invasive ormai giunte in Italia, per colpa dei cambiamenti climatici e della globalizzazione. Ormai ci spostiamo rapidamente in tutto il mondo (e importiamo merci da ogni angolo del pianeta), quindi non è raro che qualche animale esotico arrivi nel nostro Paese per via indiretta. Negli ultimi anni ce ne sono diversi che hanno destato preoccupazione, scopriamo quali sono e i loro pericoli.
Le ultime specie aliene arrivate in Italia
Se l’estate 2023 è stata all’insegna dell’allarme granchio blu, un crostaceo originario dell’Oceano Atlantico giunto nel Mediterraneo facendo strage di molluschi, è degli ultimi giorni la notizia di una nuova specie aliena invasiva la cui presenza è stata accertata in Italia. Si tratta della formica di fuoco (Solenopsis invicta), proveniente dal Brasile e ormai diffusa in moltissime regioni del mondo. Finora sconosciuta in Europa, è stata avvistata per la prima volta in provincia di Siracusa, dove sono stati trovati ben 88 nidi. Il suo nome deriva dal dolore bruciante causato dal suo veleno, ma il vero problema è che questo insetto è in grado di devastare intere piantagioni e persino dissestare strade e marciapiedi, con i suoi formicai.
Le altre specie aliene invasive
Granchio blu e formica di fuoco, tuttavia, non sono le uniche preoccupazioni per l’Italia. Negli ultimi anni sono state segnalate numerose altre specie aliene invasive nel nostro Paese, spesso mettendo in ginocchio l’agricoltura e causando gravi danni all’ecosistema. È ad esempio il caso del calabrone asiatico dalle zampe gialle (Vespa velutina), che è stato avvistato per la prima volta nel 2012: è uno dei più pericolosi predatori di api, le quali contro di esso non hanno difese, trattandosi per l’appunto di una specie non autoctona. E come ben sappiamo, le api sono fondamentali per moltissime colture, grazie all’impollinazione.
Molto dannosa è anche la cimice marmorata asiatica (Halyomorpha halys), che in realtà somiglia molto alle altre specie autoctone, se non per il colore bruno: introdotta in Italia nel 2012, ha un’elevata capacità infestante e può rovinare intere coltivazioni frutticole – in particolare mele e pere. La loro puntura, infatti, rende il frutto non commestibile e compromette il raccolto. Il coleottero africano (Aethina tumida) è un insetto parassita comparso nel nostro paese soltanto nel 2014, provocando seri guai alla produzione di miele. Le sue larve consumano gli alveari, e le loro feci contaminano il prodotto delle api in modo tale da non essere più consumabile dall’uomo.
Avete mai sentito parlare del moscerino killer della frutta (Drosophila suzukii)? Questo minuscolo insetto è molto invasivo, e ormai da anni si è diffuso in tutta Italia, causando gravi problemi per l’agricoltura. In particolare, attacca coltivazioni di ciliegie, uva, mirtilli e albicocche, danneggiando il raccolto – con notevoli ripercussioni economiche. Infine, possiamo elencare ancora il punteruolo rosso (Rhynchophorus ferrugineus), originario dell’Asia e ormai presente nel nostro Paese da quasi 20 anni. Questo coleottero, giunto probabilmente insieme ad alcune piante esotiche infette, è proprio su di queste che si accanisce: ha provocato una strage di palme in moltissime città, facendole collassare su se stesse.