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SCIENZA

Nello Spazio c'è stata un'enorme esplosione miliardi di anni fa, ma solo adesso abbiamo le prove

Gli scienziati hanno individuato un'enorme esplosione avvenuta miliardi di anni fa, che nasconde corpi celesti antichissimi e può spiegare alcuni misteriosi fenomeni spaziali

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Siamo sicuramente monotoni nel ribadirlo, ma in fondo è la verità: nello spazio profondo si nascondono infinite meraviglie. Oltre a essere visivamente spettacolari, le scoperte che la comunità scientifica divulga celano tra luci e ombre spiegazioni che gli esseri umani cercano da moltissimo tempo.

Un esempio lampante è lo scatto recentemente pubblicato dalla NASA, che mostra le prove di un’enorme esplosione avvenuta miliardi di anni fa. Protagonista dell’immagine è SDSS J1531, un ammasso che contiene al suo interno centinaia di singole galassie e immense quantità di gas caldo e materia oscura.

Lo scatto e la sua descrizione

Ma partiamo proprio dall’immagine che la NASA ha condiviso sul suo profilo Instagram. Osservandola, ricorda un fuoco pirotecnico visto attraverso una finestra bagnata. Diversi punti di luce arancione brillante compaiono sparsi su uno sfondo nero: la cosa più incredibile è che quei punti sono nientemeno che intere galassie.

Osservando il centro dell’immagine è possibile vedere due punti bianchi, luminosissimi: anche quelle sono due galassie, centrali e luminose. Intorno a loro si diramano e si estendono ammassi stellari, simili a fili di perline di colore blu elettrico. Gli ammassi si avvolgono leggermente sotto entrambe le galassie e a circondarle è possibile vedere delle nubi. Quella blu si estende per migliaia di anni luce verso la regione sopra le galassie centrali.

Quella rosa scuro invece si estende al di sotto, ed è forse quella più interessante: rappresenta infatti i resti di una potente esplosione, provocata probabilmente da un buco nero supermassiccio che si trova all’interno di una delle due galassie centrali. Guardando con attenzione, poi, è possibile vedere un’altra nube rosa scuro, che sembrerebbe essere ciò che resta di un’altra potente esplosione.

Le esplosioni e il loro significato

Lo scatto che è arrivato sui nostri smartphone è frutto dell’utilizzo, da parte degli scienziati, di diversi telescopi che hanno sondato l’ammasso di galassie SDSS J1531. I ricercatori hanno sfruttato, tra le altre cose, tutta la potenza di Chandra e del radiotelescopio Low Frequency Array (LOFAR).

I dati ottenuti hanno mostrato al mondo, come vi abbiamo già accennato, le prove di un’eruzione (e di una contro-eruzione) di livello titanico e secondo gli esperti sarebbe stato questo turbinare di esplosioni a creare gli ammassi stellari dell’area.

L’ipotesi degli scienziati è che un getto d’energia estremamente potente, proveniente da un buco nero supermassiccio, abbia spinto lontano quantità immense di gas caldo, che allontanandosi si è poi raffreddato. Il gas raffreddato, per via degli effetti delle maree provocati dalle due galassie, ha poi portato alla creazione degli ammassi stellari.

I prossimi studi

Sulla scia di questa intuizione gli astronomi hanno utilizzato ancora altri strumenti (l’Atacama Large Millimeter and submillimeter Array e il Gemini North Telescope) per simulare proprio il modo in cui il gas è stato spinto, il modo in cui si è raffreddato e come tutto questo abbia potuto creare gli ammassi.

Tutto sembra tornare, ma la NASA ha già dichiarato che schiererà altri studiosi per avere delle ulteriori conferme e per capire, eventualmente, se quello di SDSS J1531 è uno schema che si è ripetuto nell’Universo per la creazione di altri ammassi di stelle.