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Il telescopio spaziale James Webb ha rivelato forme di antiche galassie: la scoperta

Il telescopio spaziale James Webb della NASA ha svelato la forma di antichissime galassie: sembrano oggetti d'uso comune

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Forme antiche di galassie Fonte foto: https://www.jameswebbdiscovery.com/discoveries/james-webb-telescope-discovers-galactic-shapes-that-defy-imagination

Continua ad ammaliare la capacità poderosa del telescopio spaziale James Webb della NASA. Risulta infatti al centro dell’ennesima scoperta rivoluzionaria effettuata dall’agenzia spaziale americana. Ciò che ha rilevato, stavolta, è una serie affascinante, a dir poco, di forme tra galassie lontane nell’universo primordiale. Un risultato che si poggia sulle immagini del Cosmic Evolution Early Release Science (CEERS) Survey, e si pone apertamente contro le aspettative convenzionali.

Ciò che si rivela, infatti, sono le forme di galassie che, in realtà, assomigliano a oggetti ben noti sulla Terra, come una tavola da surf. A parlarne è stato il primo autore dello studio Viraj Pandya. Questi ha spiegato come le forme appiattite e allungate siano incredibilmente comuni nell’universo primordiale. In totale contrasto con quella che è oggi la loro rarità nelle galassie vicine.

Diversità nelle galassie

Il CEERS Survey pone l’attenzione su immagini nel vicino infrarosso, garantite dal telescopio James Webb. Esplora dunque galassie stimate quando l’universo aveva un’età compresa tra 600 milioni e 6 miliardi di anni. L’analisi del gruppo di lavoro evidenzia come circa il 50-80% delle galassie sottoposte ad attento studio abbia forme appiattite bidimensionali. Da tavole da surf a frisbee, con quelle sferiche simili a palloni da volley, che risultano però meno comuni.

Naturale chiedersi come apparirebbe la nostra galassia, la Via Lattea, in questo scenario di diversità cosmica. Ne ha parlato il co-autore Haowen Zhang, ipotizzando il riavvolgere dell’orologio cosmico di alcuni miliardi di anni. Ciò porterebbe la nostra casa nello spazio ad avere una forma da tavola da surf, prevedibilmente. Ipotesi supportata da nuove prove e stime teoriche della massa della galassia durante quell’antica fase.

Evoluzione galattica

Non soltanto differenze nelle forme, però. Lo studio evidenzia infatti come queste galassie siano anche meno massicce rispetto agli omologhi contemporanei. Si tratta di veri e propri precursori di strutture più grandi e familiari, come spirali ed ellittiche. L’universo primordiale ha di fatto consentito alle galassie meno tempo per poter crescere. Gli scienziati sottolineano, dunque, la necessità di nuove categorie per questi corpi celesti.

Il ruolo del telescopio spaziale James Webb è stato cruciale in questo scenario. Sfruttando la sua sensibilità, capacità ad alta risoluzione e specializzazione nella luce infrarossa, è stato chiave nella caratterizzazione delle galassie CEERS. Può infatti modellare in tempi molti rapidi le geometrie tridimensionali di tali galassie tanto lontane, integrando decenni di ricerca grazie allo sfruttamento del telescopio spaziale Hubble della NASA. Le sue immagini vanno oltre la portata di Hubble, offrendo uno sguardo dettagliato all’universo primordiale. Tutto ciò ripaga gli scienziati degli sforzi nel corso dei decenni per comprendere l’evoluzione galattica.

Un mare di nuove prove per la ricerca, con il telescopio che ha confermato e ampliato le osservazioni di Hubble. Sono stati svelati dettagli aggiuntivi e mostrate galassie più lontane, con forme simili. I ricercatori però sanno come si tratti di risultati preliminari. Si sottolinea infatti la necessità di una dimensione del campione più ampia da Webb. Lo stesso dicasi per altri perfezionamenti dei modelli. Il tutto al fine di comprendere al meglio le geometrie precise di queste galassie tanto distanti da noi.

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