Come gli squali che conosciamo oggi si sono evoluti: perché sono diventati feroci e affamati
Un nuovo studio sull’evoluzione degli squali rivela che oggi sono più feroci e affamati per via del riscaldamento dei mari: ecco che cosa è successo in passato.
Gli squali, creature gigantesche e affamate, sono tra gli animali che più incutono timore nell’uomo – basti pensare ai film drammatici che li vedono come protagonisti, sempre nella parte di ferocissimi predatori. E pensare che in passato erano molto diversi: erano più piccoli, decisamente più snelli e persino più lenti, inoltre popolavano quasi unicamente i fondali marini. Cosa ha permesso la loro evoluzione in “mostri” che terrorizzano gli uomini? Un nuovo studio ci rivela che il processo di trasformazione ha avuto inizio a causa del repentino riscaldamento degli oceani.
Il drammatico aumento delle temperature
Oltre un centinaio di milioni di anni fa, durante il Cretaceo, la Terra ha subito un processo di rapido riscaldamento globale, dovuto ad una violenta fuoriuscita di lava vulcanica: i livelli di anidride carbonica sono schizzati alle stelle, creando un effetto serra che ha velocemente fatto innalzare le temperature. Anche gli oceani hanno vissuto le stesse conseguenze, arrivando ad una media di oltre 28°C (per confronto, le attuali temperature oceaniche superficiali raggiungono i 20°C). Tutto ciò non poteva che avere un’enorme influenza sulle creature marine, a partire proprio dagli squali.
I ricercatori dell’Università della California hanno condotto un interessante studio pubblicato su Current Biology, confrontando le dimensioni dei corpi di circa 500 squali, tra le specie ancora viventi e quelle ormai fossili da migliaia di anni. Ne è emerso qualcosa di sorprendente: in passato, gli squali erano solamente animali bentonici, ovvero vivevano a stretto contatto con i fondali ed erano dei predatori snelli, di piccole o medie dimensioni e decisamente meno feroci di quanto potremmo aspettarci. Solo a partire dal riscaldamento degli oceani, qualcosa è cambiato.
L’evoluzione degli squali
A dir la verità, gran parte delle attuali specie di squalo sono ancora bentoniche, e presentano le stesse caratteristiche dei loro parenti più antichi. Tuttavia, nell’immaginario collettivo lo squalo è quello pelagico, ovvero la creatura gigantesca e sempre affamata, dai denti mastodontici, in grado di attaccare l’uomo e ucciderlo in un sol colpo. Solo il 13% delle specie appartengono a questa categoria, e si sono evolute dagli squali bentonici di cui abbiamo parlato poco fa. Perché si sono trasformati in questo modo?
Tutto ha avuto inizio quando il riscaldamento ha spinto diversi squali ad abbandonare i fondali marini spingendosi in aperto oceano, raggiungendo anche la superficie. Probabilmente è stata la carenza di ossigeno e la necessità di respirare che ha impedito agli squali di rimanere nelle zone abissali dell’oceano. Nel cambiare habitat, queste creature si sono adattate alle nuove condizioni trasformandosi anche a livello fisico. Le loro pinne pettorali sono diventate più lunghe e strette, consentendo agli squali di aumentare la loro velocità.
Inoltre, i muscoli di questi predatori si sono fatti più potenti, dal momento che sono molto sensibili alle temperature. “I dati ci hanno aiutato a stabilire una correlazione tra temperature più elevate, movimenti della coda e velocità di nuoto” – ha affermato Tim Higham, professore della Riverside University of California e autore dello studio. Il passato, ancora una volta, potrebbe quindi permetterci di sbirciare nel nostro futuro: attualmente gli oceani si stanno scaldando rapidamente, ed è possibile che le creature marine – proprio come accaduto agli squali – si evolveranno in maniera imprevedibile.