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SCIENZA

Stiamo assistendo alla straordinaria nascita di un nuovo pianeta

AB Aurigae b è un protopianeta gioviano che sta smentendo una delle teorie più accreditate sulla formazione dei pianeti: tutto grazie alle fotografie di Hubble

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Stiamo assistendo alla straordinaria nascita di un nuovo pianeta Fonte foto: NASA

Ogni giorno c’è una nuova scoperta in campo astronomico: è merito delle grandi innovazioni tecnologiche e ingegneristiche che abbiamo visto negli ultimi anni. Parliamo di rover, di astronavi di ultima generazione, di satelliti all’avanguardia, ma soprattutto dei nostri strumenti più potenti: i telescopi spaziali.

Ed è proprio merito di uno di questi, Hubble, se siamo riusciti ad assistere alla formazione di un nuovo pianeta, che confermerebbe una teoria a lungo dibattuta.

Le osservazioni di Hubble

Il telescopio spaziale Hubble della NASA ha fotografato direttamente la formazione di un protopianeta simile a Giove.

Questo giovane pianeta, che è stato chiamato AB Aurigae b, è circa nove volte più massiccio di Giove e orbita intorno alla sua stella ospite a una distanza impressionante: 13 miliardi di chilometri – oltre due volte la distanza tra Plutone e il Sole.

In particolare Hubble è stato in grado di osservare quello che i ricercatori descrivono come un “processo intenso e violento”. Questa è una scoperta che supporta una teoria a lungo dibattuta su come si formano i pianeti come Giove: l’ipotesi dell’“instabilità del disco”.

Gli scienziati che hanno seguito la ricerca hanno sottolineato l’importanza che Hubble ha avuto per misurare l’orbita del protopianeta, in particolare la sua capacità di scattare immagini precise e pulite. E il telescopio spaziale non è nuovo a scoperte sorprendenti, che richiedono un occhio attento e una capacità di fare fotografie ad alta precisione.

La teoria degli scienziati

“In natura si possono produrre pianeti in modi diversi“, ha spiegato Thayne Currie del Subaru Telescope e di Eureka Scientific, ricercatore che ha diretto questo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Astronomy.

Tutti sono fatti di materiale che ha avuto origine in un disco di polveri e gas. La teoria dominante per la formazione dei pianeti gioviani (cioè grandi, gassosi e caldi) è chiamata “accrescimento del nucleo”: crescono da piccoli oggetti, grandi come dai granelli di polvere o al massimo come piccole rocce, che si scontrano e si uniscono mentre orbitano intorno a una stella. Questo nucleo prende poi lentamente i gas dal disco che lo circonda.

Ma c’è una seconda teoria, di cui vi parlavamo prima: quella dell’“instabilità del disco”. In questo caso gli scienziati pensano che ci sia un disco massiccio che ruota a una stella e che via via si raffredda: in questo caso la gravità fa sì che l’anello si rompa rapidamente in uno o più frammenti di massa planetaria.

Il nuovo mondo in formazione è circondato da un disco di polvere e gas – una sorta di nursery, o una culla – con una struttura a spirale, che vortica intorno a una giovane stella, di circa 2 milioni di anni d’età. Come abbiamo detto, AB Aurigae b è molto lontano dalla sua stella di riferimento: a quella distanza ci vorrebbe un tempo molto lungo per la formazione di un pianeta per accrescimento del nucleo. Questo porta i ricercatori a protendere per l’instabilità del disco.

Queste sono solo due delle teorie sulla formazione dei pianeti, in particolare di quelli gioviani, ma ne esistono molte, più o meno accreditate: una di queste si basa sull’analisi di frammenti rocciosi dei meteoriti.