Libero
DIGITAL LIFE

Streaming pezzotto, multe bassissime: quanto si paga

Le multe per chi si abbona a IPTV illegali per guardare il calcio, film e serie TV sono troppo basse? Qualcuno potrebbe pensarlo e decidere di rischiare, ma i controlli sono in aumento

Pubblicato:

Prima i “blitz” online, con tanto di cartello visualizzato a tutto schermo con i loghi della GdF o della Polizia Postale, ora le multe reali: la lotta alle IPTV pirata, cioè allo streaming pezzotto di film, serie TV e soprattutto partite di calcio, passa alla fase due. Cioè quella delle contravvenzioni, inviate ai clienti delle piattaforme illegali che, in questi giorni, stanno ricevendo le multe derivanti dall’operazione “Dottor Pezzotto” di fine maggio.

Da mesi gira la voce che “arriveranno le multe” e, in effetti, sono arrivate. Il problema, però, è che sono bassissime e, per di più, c’è un sistema legale per pagare ancora meno. Gli importi delle contravvenzioni per essersi abbonati alle piattaforme di streaming illegale, almeno se non si è recidivi, sono di gran lunga “convenienti” rispetto al costo di un abbonamento legale.

Streaming pezzotto: cosa si rischia

La sanzione amministrativa per la fruizione di contenuti audiovisivi protetti da diritti d’autore è molto bassa: 154 euro minimi, che diventano 1.032 massimi in caso di recidiva. Cioè se l’utente viene beccato più volte a vedere contenuti tramite piattaforme illegali.

Come per tutte le sanzioni amministrative, però, è possibile pagare molto meno se lo si fa entro 60 giorni dalla notifica del verbale: in questo caso gli importi della contravvenzione scendono ad un terzo del valore originario cioè, nel caso specifico, a 51 euro o 344 euro (in caso di recidiva).

Tutti sappiamo quanto costa oggi un abbonamento a Sky, DAZN, Netflix, Prime Video e alle altre piattaforme di streaming di film, calcio e serie TV. Con importi del genere saranno in molti a pensare che, quasi quasi, vale la pena rischiare.

Tuttavia, va anche notato che i controlli delle forze dell’ordine sono aumentati a dismisura e, una volta bloccata la piattaforma, trovare gli utenti è semplicissimo.

Streaming pezzotto: l’indirizzo IP

A meno che l’utente non usi una VPN, cosa molto rara a dire il vero, per qualunque tecnico informatico è molto semplice risalire alla sua identità una volta messe le mani sui server delle piattaforme di streaming.

Ogni connessione, infatti, prevede un indirizzo IP che identifica il dispositivo che sta ricevendo i contenuti illegali. I server che trasmettono i dati tengono gli elenchi di questi indirizzi (i cosiddetti “log“), che vengono puntualmente sequestrati dalle forze dell’ordine durante le operazioni contro le IPTV.

Per questo motivo Polizia Postale e Guardia di Finanza specificano sempre quante “risorse hardware” sono state sequestrate durante i blitz: se siete abbonati ad una piattaforma di streaming illegale, infatti, il vostro indirizzo IP potrebbe essere su una di quelle “risorse”, pronto a portare gli inquirenti dritto dritto da voi.