Il nuovo strumento in grado di “rimuovere” la superficie di altri mondi
Il gravimetro-clessidra perfezionato da alcuni fisici sarà molto utile per la superficie dei pianeti conosciuti e quelli ancora da scoprire
Le acque sotterranee e tutto quello che si trova sotto la superficie di qualsiasi mondo (non necessariamente la Terra) non sono di semplice misurazione per gli scienziati. Bisogna riuscire a percepire anche il minimo segnale lasciato nel campo gravitazionale del pianeta e gli strumenti a disposizione devono essere sensibili come pochi altri. Alcuni fisici potrebbero aver rivoluzionato questi metodi con una novità destinata ad agevolare l’attività, in particolare la “rimozione” degli strati più interni.
Il gravimetro, questo il nome del dispositivo con cui si effettuano le rilevazioni, sarà ancora più all’avanguardia grazie alla decisione di adottare un approccio del tutto diverso. Il sensore di cui si sta parlando è stato ribattezzato per l’occasione “clessidra”.
All’interno dei due bulbi troveranno spazio nuvole di atomi di rubidio, elemento chimico molto reattivo che si infiamma spontaneamente quando viene esposto all’aria, con tanto di gabbia magnetica per intrappolare letteralmente gli stessi atomi che poi dovranno essere pulsati mediante un apposito laser. In poche parole, si tratta di due gravimetri separati per la misurazione di qualsiasi superficie. Visto che è stata ideata questa suddivisione, gli scienziati potranno concentrarsi sulla rilevazione del campo gravitazionale e anche sulle varie altezze. È stato precisato come non sarà forse il sensore di gravità quantistica più sensibile al mondo, ma comunque sarà il primo ad uscire da un laboratorio.
La prima volta fuori da un laboratorio
Il test su una superficie qualsiasi è già stato condotto con risultati interessanti. In effetti, il gravimetro-clessidra è stato usato in un esperimento nel mondo reale, scoprendo con grande sorpresa un tunnel sepolto sotto la città di Birmingham, nel Regno Unito. Secondo quanto riferito da Kai Bong, coautore dello studio rivoluzionario, per la prima volta in assoluto è stato rilevato un obiettivo sotterraneo autentico di grande rilevanza dal punto di vista ingegneristico e soprattutto al di fuori di un laboratorio. La svolta nelle misurazioni e quindi anche nel “rimuovere” superfici è a un passo, con la tecnologia quantistica che potrebbe diventare molto più pratica e alla portata di tanti utilizzi.
L’interesse dell’ESA
Quale superficie potrebbe scandagliare il gravimetro nuovo di zecca? Come sottolineato da chi ha condotto i primi esperimenti, lo strumento potrebbe diventare una insperata alternativa nell’ambito delle mappature del sottosuolo e di tutte le sue caratteristiche. Come è facilmente intuibile, l’impiego non sarà limitato al solo pianeta Terra. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha già mostrato un forte interesse nei confronti della novità, tanto è vero che potrebbe sfruttarla nel giro di poco tempo. L’obiettivo è quello di dotare i futuri satelliti per l’osservazione terrestre di questi sensori, così da ottenere informazioni preziosissime, soprattutto all’interno delle superfici da “staccare” con estrema delicatezza.
Ad esempio, i gravimetri a forma di clessidra dovrebbero riuscire a misurare in modo molto preciso le profondità degli oceani, la loro velocità e persino l’influenza dei cambiamenti climatici. Non ci sarà più alcun segreto su ogni superficie, anche se bisogna precisare che l’utilizzo di strumenti del genere per studiare altri mondi oltre alla Terra non è una novità assoluta. Già nel 2012, la NASA si è impegnata nella mappatura del campo gravitazionale della Luna, “rimuovendone” appunto una parte della superficie. Grazie al metodo appena descritto, gli strati più interni del nostro satellite sono stati esaminati con una precisione mai registrata prima, quello che si spera di fare con i pianeti conosciuti e non.