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SCIENZA

Perché stanno studiando il modo in cui si muovo le formiche (e come potrebbero salvarci)

Lo studio delle formiche potrebbe evitare il traffico in città: il futuro delle nostre auto potrebbe essere questo

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Formiche Fonte foto: 123RF

Dovremmo prendere esempio dalle formiche per rendere più vivibili le nostre città. Il motivo? La loro capacità di evitare gli ingorghi è ammirevole e, di fatto, potrebbe essere applicata alle auto a guida autonoma in un futuro remoto.

Addio ingorghi stradali

A tutti è capitato di guardare in basso e individuare una lunga fila di formiche ben organizzate. Non tutte procedono nella stessa direzione, dal momento che un gruppo raggiunge l’area di raccolta del cibo mentre un altro è indirizzato verso la destinazione di deposito. Come fanno a non scontrarsi? Come evitano dei veri e propri ingorghi?

Noi di certo non ci riusciamo in auto o in moto nelle nostre città. Il traffico è una piaga vera e propria e si spera che i mezzi a guida autonoma possano migliorare la vivibilità urbana sotto questo aspetto. I ricercatori stanno studiando tattiche cooperative per comprendere come programmare i veicoli di domani, partendo da dati incontrovertibili: il traffico scorrevole diventa instabile quando la densità dei veicoli aumenta. Un solo conducente che frena può innescare un’ondata di congestione, con 15 veicoli per miglio (1,6 km, circa) per corsia.

Le ricerche del fisico matematico dell’Università di Tokyo, Katsuhiro Nishinari, evidenziano come le formiche foraggiatrici riescano a tutelare un flusso costante anche ad alte densità. Qual è il loro segreto?

La strategia delle formiche

Un recente studio, pubblicato su Transportation Research Interdisciplinary Perspectives, ha preso in esame i movimenti delle formiche Ochetellus. Analizzati i percorsi lungo i sentieri di foraggiamento, sfruttando modelli ingegneristici del traffico per ottenere dei precisi schemi replicabili.

È stato scoperto che le formiche evitano gli ingorghi perché viaggiano in gruppi da tre a venti esemplari. Il tutto con una velocità quasi costante e una regolare distanza tra loro. Alla base di tutto ciò un’unione di intenti, che porta le formiche a non tentare di superarsi a vicenda.

I conducenti umani tendono a fare l’opposto, soprattutto nell’ora di punta. Nel futuro si dovrà imporre un sistema per evitare di “massimizzare gli interessi individuali che, a un certo punto, formano un ingorgo”. Questa la semplice spiegazione di Nicola Pugno, coautore dello studio ed esperto di ingegneria sostenibile presso l’Università di Trento.

Se un giorno le auto a guida autonoma dovessero divenire la normalità, si potrebbero programmare per procedere in maniera più cooperativa. La sensazione di star perdendo tempo, rispettando una determinata velocità ed evitando di sorpassare, sparirebbe nel momento in cui ogni ingorgo diverrebbe un lontano ricordo.

Una rete veicolare simile alle formiche su un sentiero, senza un leader che tenta di superare gli altri. L’unica sovrana è l’organizzazione, per il bene comune, anche in termini di inquinamento, ambientale e acustico.

Neanche a dirlo, si tratta di uno spunto di riflessione con possibili applicazioni pratiche. Non è possibile infatti replicare in toto il comportamento delle organizzate formiche. Lo ha evidenziato Noa Pinter-Wollman, esperta di comportamento delle formiche presso l’Università della California.

Questi insetti possono fare molte cose che per le auto sarebbe impensabile. Possono allargare i sentieri a loro piacimento. Anche loro, poi, si ritrovano a volte imbottigliate in tunnel. In quel caso, però, si arrampicano anche sul soffitto per evitare di restare bloccate. Probabilmente l’uomo non raggiungerà mai uno sviluppo del genere, se non al cinema.

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