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SCIENZA

C'è un enorme buco nero vicino alla Terra, appena scoperto

Potrebbe essere il secondo buco nero supermassiccio più vicino alla Terra: scienziati e astrofisici stanno cercando il modo per osservare meglio Leo I, un corpo celeste che sta tenendo tutti con il fiato sospeso.

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Potrà suonare ripetitivo, ma non ci stancheremo mai di dirlo: l’Universo è ricco di misteriosi corpi celesti e alcuni di questi, i buchi neri, hanno un fascino particolare per via della loro essenza inafferrabile e pericolosa. Ed è proprio di un buco nero che gli scienziati si stanno occupando per adesso. Sì perché, a quanto pare,  vicino alla Terra ce n’è uno davvero enorme.

A dirla tutta, è molto più vicino al nostro pianeta di quanto si potesse pensare fino a ora: si tratterebbe del secondo buco nero supermassiccio vicino a noi, dopo il già scoperto, osservato e analizzato, Gaia BH1. Ma attenzione, perché il “nuovo” buco nero ha delle particolarità davvero molto interessanti.

Gli indizi sul buco nero supermassiccio vicino alla Terra

Come abbiamo detto, c’è già un buco nero particolarmente vicino alla Terra che, negli ultimi anni, è stato oggetto di osservazioni il più possibile approfondite. Ribattezzato Gaia BH1, questo corpo celeste già rilevato “vive” nella Costellazione dell’Ofiuco, a 1600 anni luce di distanza da noi. Proprio la sua presenza ha portato gli scienziati a indagare su altri buchi neri nascosti. Sì, perché per quanto siano poderosi e straordinariamente energici, i buchi neri possono “nascondersi” dietro nubi stellari o all’interno di piccole galassie, passando inosservati.

A svelarne la presenza sono solo alcuni indizi, che non sempre fanno una prova certa, come l’emissione di energia e il moto delle stelle e della materia nella zona dove si trovano. Proprio basandosi su questi indizi, due scienziati del Center for Astrophysics – Harvard e Smithsonian, Fabio Pacucci e Avi Loeb, hanno rilevato il nuovo buco nero, che si troverebbe nella galassia nana Leone I, all’interno dell’omonima costellazione.

Il buco nero e le osservazioni degli scienziati

C’è però un problema. Come ben sappiamo, in realtà, i buchi neri demoliscono migliaia di stelle e il caos che si genera intorno a essi rende molto, molto difficile la loro osservazione. Secondo Pacucci e Loeb, il “nuovo” buco nero, ribattezzato Leo I, si troverebbe vicino alla stella Regulus perché le stelle e la materia intorno sembrano accelerare mentre si avvicinano a “qualcosa” al centro. In base a tutto ciò, il buco nero Leo I dovrebbe essere ben 3 milioni di volte più massiccio del Sole, ma avere delle certezze è impossibile.

Sempre secondo gli scienziati del Center for Astrophysics – Harvard e Smithsonian, il problema sta proprio nella galassia ospite del buco nero, la cui formazione stellare si sarebbe fermata circa 1 miliardo di anni fa, con tanto di dispersione di gas e polveri che permetterebbero una migliore e più accurata identificazione del corpo celeste. L’unica cosa che appare significativa sono i venti stellari, che sembrano dimostrare senza ombra di dubbio la presenza di ombre elettromagnetiche legate al buco nero.

Il buco nero Leo I: un mistero ancora da svelare

Ci ritroviamo, dunque, di fronte a un vero mistero: da una parte sia gli astrofisici Pacucci e Loeb (e con loro buona parte della comunità scientifica spaziale) sono certi della presenza del buco nero, dall’altra parte non è possibile, almeno adesso e con gli strumenti a disposizione, osservarlo, guardarlo e avvistarlo per attestare definitivamente la sua scoperta e identificarlo senza ombra di dubbio.

Per cercare di risolvere il tutto, gli scienziati sono alla ricerca del cosiddetto disco di accrescimento che si forma attorno ai buchi neri e che dovrebbe dimostrare non solo la presenza di Leo I, ma anche raccontare di più su com’è fatto e su come stia agendo. Ciò è già importante di base, ma lo è ancor di più se si pensa che il buco nero in questione è davvero vicino alla Terra: disterebbe, infatti, solo 820 mila anni luce da noi. Non resta, dunque, che attendere i prossimi risvolti.