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SCIENZA

Trovati nuovi resti di un'antica città Maya: la scoperta

Antica, ma mai vista prima: un team di archeologi in Messico ha scoperto i resti di un'antica città Maya. Era nascosta nel profondo della giungla e comprendeva diverse strutture a piramide

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Quanto è articolata la storia del nostro pianeta? E quanto è variegata la storia dell’umanità? Pur esistendo delle risposte piuttosto esaustive a queste domande, niente è da dare per scontato: infatti, ogni volta che sembriamo avvicinarci a un racconto più o meno affidabile di quanto accaduto nel corso dei secoli, il nostro passato torna a far capolino sorprendendoci con qualcosa di inedito, come Ocomtún, una nuova città Maya recentemente venuta alla luce.

Nuova, ovviamente, non in senso stretto: più in generale, non si sapeva nulla di Ocomtún prima d’ora. C’è da dire che questa ignoranza era giustificata, dato che l’insediamento è stato trovato all’interno della riserva ecologica di Balamkù, a sud dell’omonima area archeologica, in una zona pericolosa, ricoperta da una fitta vegetazione e popolata da una fauna selvatica  e potenzialmente letale.

Il rilevamento della città Maya

Com’è stato possibile scoprire questa antica città, dato il contesto? Tutto è nato dagli studi del dottor Ivan Ṡprajc, che da diverso tempo stava studiando le pianure centrali nella giungla dello Yucatán. Il dottor Ṡprajc ha osservato, insieme ai suoi collaboratori, moltissime riprese aeree della zona e le ha comparate a una serie di preziosi documenti della civiltà Maya. Dopo un lungo lavoro di ricerca, si è reso conto che a 60 chilometri dall’area archeologica Balamkù doveva trovarsi un sito monumentale.

Tuttavia, servivano strumenti più raffinati per avere delle certezze. Così, il dottor Ṡprajc si è così rivolto all’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH), che ha a sua volta avviato una collaborazione con il Segretariato della Cultura del Governo del Messico e con esperti archeologi provenienti da diverse parti del mondo. Stabilita l’importanza del rilevamento del dottor Ṡprajc, i diversi enti hanno richiesto ulteriori indagini aeree, compresa una scansione laser della superficie.

La spedizione verso Ocomtún

Dopo un mese di osservazioni e rilevazioni continuative, gli esperti hanno avuto certezza che nella parte nord-occidentale dell’area presa in esame dal dottor Ṡprajc si trovavano effettivamente numerose concentrazioni di strutture preispaniche. A quel punto, c’era solo una cosa da fare: organizzare una spedizione. Purtroppo, come abbiamo già accennato, non è stato semplice perché, trovandosi in un’area davvero fitta della giungla, l’insediamento era quasi irraggiungibile.

Per capire quanto era (ed è) irraggiungibile basta pensare che l’area che lo racchiude è compresa all’interno di 3.000 km quadrati disabitati, per altro soggetti a conservazione ecologica, dove gli esseri umani si avventurano raramente. L’entità della scoperta, d’altro canto, valeva ogni rischio, dato che sarebbe andata ad ampliare la conoscenza di una vasta area praticamente sconosciuta all’archeologia.

Così, Ṡprajc e altri dieci coraggiosi archeologi sono entrati nella riserva e hanno sfidato la sorte. I loro sforzi però sono stati ben ricompensati, perché oltre a essere arrivati illesi, gli esperti sono riusciti a effettuare accuratissime ispezioni sul campo e a scoprire che la città Maya si snoda attorno a un nucleo monumentale grande circa 50 ettari e conta su diversi edifici, tra cui una serie di strutture piramidali alte oltre 15 metri.

L’antica città

Come abbiamo già detto, la città prende il nome di Ocomtún, che significa “colonna di pietra” nell’antica lingua maya. Il nome è da attribuirsi proprio alle numerose colonne cilindriche di pietra sparse per tutto l’antico insediamento. Secondo gli studi di Ṡprajc e del suo team, Ocomtún fu un importante centro a livello regionale, probabilmente durante il periodo classico (250-1000 d.C.). Nei diversi edifici sono state ritrovate diverse ceramiche, che testimoniano anche un succedersi di dominazioni e occupazioni.

La città presenta anche tre piazze dominate da imponenti edifici e circondate da diversi gruppi di cortili, probabilmente destinati a quelli che erano dei giochi, dei momenti d’intrattenimento dei tempi. Sono ancora ben evidenti delle strade che collegano le varie aree. Il team del professor Ṡprajc ha creato un canale sicuro per raggiungere Ocomtún e nei prossimi mesi verranno svolti ulteriori studi per sapere di più sul suo ruolo durante gli anni dell’Impero Maya.