Sì, in Vaticano è riemerso un capitolo nascosto della Bibbia
Uno storico medievalista è stato capace di individuare un frammento importantissimo, un capitolo della Bibbia finora ignorato da tutti
Il mondo cattolico è in comprensibile fibrillazione dopo la scoperta di un reperto che potrebbe cambiare per sempre la storia della Bibbia. Finora si pensava di conoscere tutto su queste scritture religiose e invece un ricercatore austriaco è andato a fondo della questione, accertando come mancasse addirittura un capitolo, finora puntualmente ignorato.
Di cosa si tratta nello specifico? La parte mancante si riferisce al Vangelo di Matteo, uno dei quattro canonici del Nuovo Testamento e trascritto da uno degli apostoli di Gesù. La novità è emersa nella Biblioteca Apostolica Vaticana, più precisamente in un manoscritto conservato in questa struttura. Come è facile intuire, ci si è dovuti affidare alle tecnologie più moderne.
La tecnologia in soccorso della Bibbia
A dire il vero, il capitolo della Bibbia di cui si sta parlando si credeva perduto per sempre. A ritrovarlo è stato uno storico medievalista dell’Accademia Austriaca delle Scienze, il professor Grigory Kessel. La fotografia a raggi ultravioletti ha fatto la differenza, individuando un frammento dei Vangeli. La lingua utilizzata è il siriaco antico, il quale fa parte del gruppo dell’aramaico orientale. Molte parole erano state cancellate, ma con la tecnica nuova di zecca sono tornate “magicamente” visibili. Sembra che il testo, poi, abbia una datazione storica molto precisa.
In base a quanto accertato finora, il testo originale di questo capitolo perduto della Bibbia risalirebbe al III secolo dopo la nascita di Cristo, per poi essere ricopiato tre secoli dopo in Palestina. Nella rivista scientifica “New Testament Studies” si possono leggere tutti i dettagli di questa scoperta così particolare e che sta facendo molto discutere. L’importanza di una novità del genere è presto detta: la porzione di Vangelo fa riferimento a una sezione specifica dello stesso e fa capire bene come il testo sia stato composto. Ci sono dei numeri interessanti che spiegano meglio quanto avvenuto nella Biblioteca Apostolica Vaticana.
Le caratteristiche del frammento di Bibbia
Si sta parlando di un capitolo che rappresenta poco più dello 0,5% dell’intero testo dei Vangeli canonici: il manoscritto, inoltre, era caratterizzato in origine da 160 fogli. Tra l’altro, non bisogna dimenticare come questa scoperta certifichi il fatto che ci sia una versione in siriaco della Bibbia. Gli unici due esempi in questo senso non avevano convinto del tutto, ma ora è arrivata una importante conferma. Chi conosce bene la materia, comunque, non è rimasto spiazzato dal fatto che sia stato proprio il professor Kessel a individuare il frammento. Si tratta pur sempre di un esperto conoscitore dei testi siriaci antichi e lavora da anni alle caratteristiche di questa scrittura.
C’è stata poi una ulteriore conferma di quanto sia strategica la tecnologia digitale più moderna per ricostruire la storia dei manoscritti risalenti al Medio Evo. Il frammento della Bibbia che era conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana non sarebbe altro che una delle prima traduzioni in assoluto dei Vangeli. Questo vuol dire che ha dei tratti in comune con i documenti successivi, ma anche e soprattutto delle importanti differenze. L’obiettivo dei prossimi mesi sarà quello di approfondire in maniera ancora più dettagliata il testo, nella speranza di scovare nuovi particolari di rilievo.