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L'acqua del mare è troppo calda a Devon, Cornovaglia e Irlanda: l'allarme

Il fenomeno dell'acqua del mare troppo calda colpisce anche il nord Europa ed è causato dal cambiamento climatico: verso quali gravi rischi ecologici si va incontro?

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L’acqua del mare è troppo calda. Questo è il messaggio allarmante che arriva dalle coste di Devon, Cornovaglia e Irlanda, dove gli esperti stanno monitorando con crescente preoccupazione l’insorgere di un’ondata di calore marina senza precedenti. I dati parlano chiaro: le temperature del mare in queste zone superano di 2-4 °C la media stagionale. In particolare, il mare è troppo caldo in Irlanda e l’inizio precoce di questo fenomeno – già da febbraio – sta facendo temere conseguenze biologiche a catena per l’ecosistema marino.

Un’ondata di calore marina mai vista prima

L’attuale riscaldamento marino nel Regno Unito e in Irlanda è considerato dagli scienziati un evento eccezionale sia per l’intensità che per la tempistica. In primavera, le temperature dell’oceano dovrebbero oscillare tra gli 11 °C e i 12 °C, ma nei tratti di mare al largo di Devon, Cornovaglia e della costa occidentale irlandese si registrano valori tra i 15 °C e i 16 °C. Un salto termico che non può essere ignorato. L’aumento della temperatura dell’acqua in primavera ha preso in contropiede i ricercatori, che temono un effetto domino sulla vita marina.

Conseguenze sulla fauna: una catena fragile

Secondo i biologi marini, le prime vittime del mare troppo caldo sono le forme di vita più piccole, come il plancton, alla base della catena alimentare oceanica. Cambiamenti nei cicli riproduttivi di queste micro-creature possono tradursi in un minor numero di pesci entro l’estate. Gli studiosi parlano di morie di massa,  già verificatesi in passato in concomitanza con ondate di calore marine simili, che agiscono sull’ecosistema con effetti comparabili agli incendi nei boschi: rapidi, distruttivi e difficili da fermare.

Che cosa sta riscaldando il mare?

L’aumento della temperatura dell’acqua è il risultato di una combinazione di fattori climatici. Tra questi, una primavera insolitamente secca e soleggiata, caratterizzata da venti deboli e onde ridotte, ha creato condizioni perfette per un riscaldamento anomalo degli oceani. Inoltre, le acque britanniche erano già più calde del solito dopo l’inverno: si è generato, così, un effetto accumulo. Secondo il Met Office britannico, se la tendenza continua nei mesi estivi, potremmo assistere a conseguenze ecologiche del mare troppo caldo ancora più gravi e durature.

L’Irlanda in prima linea: il nuovo fronte del cambiamento climatico

Il mare è troppo caldo in Irlanda. L’allarme, lanciato anche da esperti del Met Éireann e di istituti oceanografici locali, conferma che le acque irlandesi – un tempo considerate fredde e stabili – stanno diventando sempre più vulnerabili alle ondate di calore marine. Le temperature elevate registrate già a marzo si sono protratte fino a maggio, con il rischio concreto di prolungarsi per tutta l’estate. L’impatto del riscaldamento del mare sulla fauna marina in Irlanda è già visibile: cambiamenti nei flussi migratori, stress negli habitat costieri e possibili effetti a lungo termine su pesca e biodiversità.

Il fatto che l’acqua del mare è troppo calda non rappresenta solo una stranezza climatica temporanea, ma si tratta di un segnale chiaro: l’oceano è in sofferenza. Le coste di Devon, Cornovaglia e Irlanda stanno diventando laboratori naturali dove osservare come il cambiamento climatico negli oceani può trasformare in modo radicale i nostri mari. Ora resta da capire se l’estate porterà un’attenuazione o un aggravamento del fenomeno. Nel frattempo, la scienza osserva, studia e invita a riflettere.